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venerdì 28 dicembre 2007

curiosità storiche

strana storia

Iscrizioni astrologiche risalenti alla civiltà sumera, sono state scoperte su alcune ossa databili 25.000 anni prima di Cristo, sulle quali era tracciata la rotazione lunare nell’orbita celeste.
Nei Rig-Veda si fa menzione ad una particolare posizione delle stelle che si è potuta verificare solo 90.000 anni fa.
La Grande Piramide ha c. 20.000 anni.
Nel Mahabharata, poema epico indiano di 3000 anni a.C., esistono riferimenti all’America: una delle mogli di Arjuna era messicana e in Messico vi sono antichissimi templi indù, sui quali sono scolpite effigi del dio Ganesha, la divinità indiana con la testa di elefante.
Il Mahabharata è un poema epico indiano, che descrive una guerra di circa 10.000 anni fa che distrusse tutte le cose esistenti. Quasi tutte le nazioni conosciute vi parteciparono. Fu una guerra mondiale di grandi proporzioni. Una guerra fratricida nella quale le famiglie si divisero in due parti. Morirono milioni di persone e dalle descrizioni sembra che quella gente conoscesse armi simili a quelle nucleari, tanto era catastrofico il loro effetto. Alla fine della battaglia i vincitori, i Pandawa, riconobbero che la vittoria era inutile, non c’era più nessuno su cui governare. Il paese era ridotto ad un cumulo di macerie e cadaveri, e si ritirarono sull’Himalaya.
In un sito archeologico di una città sepolta, Moenjo Dharo, nella valle dell’Indo, sono state trovate le impronte di un uomo, una donna e un bambino, che tenendosi per mano, camminavano normalmente, senza aspettarsi nulla. Sembrano essere stati investiti da un fuoco nucleare improvviso, che li ha bruciati all’istante.
Un sigillo trovato nella città di Harappa raffigura un guru in posizione yoga e data almeno 5000 anni.
Forse la storia è da riscrivere!

I Concili e stranezze cattoliche

L’imperatore Costantino convocò il primo concilio ecumenico a Nicea intorno al 337 . Egli decretò in nome della “carità cristiana”che agli schiavi che fossero stati sorpresi a rubare venisse versato piombo fuso in bocca e che i genitori in caso di bisogno potessero vendere i propri figli.
Costantino fece assassinare il figlio Crispo e la moglie Fausta facendoli affogare in acqua bollente .
Il secondo concilio venne convocato a Costantinopoli, capitale dell’impero romano da Teodosio che la chiesa chiamò “il Grande”. Teodosio gravò lo strato più indigente del popolo di pesanti imposte che estorceva con brutali torture . Fece massacrare interi villaggi e nel 390 fece uccidere nel circo di Tessalonica in un orrendo bagno di sangue 7.000 cittadini che si erano ribellati.
Il terzo concilio fu convocato ad Efeso da Teodosio II e dall’imperatore Valentiniano nel 455. Teodosio fu un tiranno estorsore ed ebbe rapporti incestuosi con la sorella Pulcheria che fece uccidere Valentiniano .
Il quarto concilio fu quello di Calcedonia nel 457 convocato da Marciano, che aveva sposato Pulcheria . Fu introdotta in questo concilio la formula tutt’ora valida della doppia natura di Gesù, umana e divina e con vari intrighi si stabilì il primato di Roma.
Il quinto concilio fu indetto a Costantinopoli dall’imperatore romano d’oriente Giustiniano (565) . Despota definito dallo storico Procopio : superbo, ipocrita, ingiusto, perfido, crudele e sanguinario.
Sancì la pena di morte per gli eretici e obbligò appartenenti ad altre fedi a battezzarsi con la forza, pena una morte orribile .
Costantino, Teodosio, Giustiniano, Pulcheria furono tutti proclamati santi.

In alcune chiese cattoliche sono rappresentate figure oscene.
Nella chiesa della Madonna del Belvedere a Gubbio, nell’entrata a destra, a fianco dello stupendo affresco del Nelli della Vergine, sono raffigurate due colonne a tortiglione con la rappresentazione di 14 posizioni di coito anormale.
Nella chiesa della S.S. Annunziata di Sulmona, nel fregio esterno vi è addirittura un’approssimazione di cunnilinguo. In un portale romanico di un’altra chiesa abbruzzese, una donna con la vulva aperta e un uomo con il fallo in erezione.
In un mosaico di Santa Maria Maggiore a Roma, una levatrice mette la mano nella vagina della Madonna per accertarne la verginità.
Una sorta di meccanismo rituale provocatorio.

mercoledì 26 dicembre 2007

curiosità alchemiche


















A Firenze all’interno di Palazzo Vecchio, si trova un vero e proprio gabinetto alchemico, ricco di informazioni esoteriche, celate da una simbologia analogica.
E’ lo studiolo di Francesco 1°dei Medici, figlio di Cosimo ed Eleonora di Toledo.
Nel piano inferiore alcune tele del Vasari, Bronzino, Marchetti, sono raccolte come teche o “file” di un prezioso schedario.
Le stesse sono porte di uno scaffale, icone, al di là delle quali sono raccolte sostanze allusive al dipinto, che esistono in natura, ma sono trasformate con l’arte spagirica.
Il primo raffigura una maga nuda (originalità della natura) che con l'’aiuto del fuoco e di un filtro ringiovanisce Esone.
Segue il giardino delle Esperidi che esprime la connessione del mondo vegetale con le sostanze alchemiche.
Nel terzo il centauro Chirone, grande sapiente, inizia Achille, che tramite l’athanor (fornello a riflessione), apprende l’arte. Chirone era metà uomo e metà cavallo.
La parola kaivalia è stata trasformata in cavallo. Chirone o Kiron in greco, equivale a Guro. Quindi Chirone era un Maestro allo stadio del kaivalin (solitudine) che è uno dei cinque gradi del Sattva: Yoga, Sidda, Kaivalin, Moksa, Chakravartin. Il mito è quindi una verità coperta da veli.
La volta è la parte nobile. Sono raffigurati i simboli dello zodiaco, chiave della trasmutazione degli elementi.
Al centro Prometeo che ha rubato il segreto del fuoco e attorno a lui le allegorie della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco. Elementi freddi e secchi, caldi e umidi che consentono di passare da uno stadio all’altro dell’essere, attraverso una alchemica trasformazione.
Da una porta pannello si accede alla camera cubica, dove sono deposte le gemme più preziose. Nella cupola sono rappresentate la Matematica, la Musica e la Mistica.
Questo è il luogo della Meditazione, dove la Mente è spinta ad oltrepassare la soglia dell’umano e si accinge ad accostarsi al Divino.
Una emblematica raffigurazione della teoria delle tre “M” : Matematica, Musica, Meditazione.
Si possono riconoscere lo scienziato e l’artista, perché il loro lavoro è esteriore, ma non il mistico, il cui lavoro è interiore, dopodiché… si può finalmente essere principi nel Mondo.
Francesco era in costante comunicazione con un altro emblematico e misterioso personaggio, Rodolfo II d’Asburgo, che a Praga coltivava come lui, la passione per l’esoterismo. Rodolfo avrebbe compiuto “la Grande Opera”.
Alla sua morte furono trovati nel suo laboratorio 84 quintali di oro e 60 d’argento in lingotti a forma di piccoli mattoni, nonché una quantità di polvere grigia, ritenuta la “pietra filosofale” o “polvere di proiezione”.
Per questo si sarebbe circondato di ermetisti come Faust, Agrippa, Paracelso, Kelley, Sendivogius, Giordano Bruno, Arcimboldo, Tycho Brahe, che sistemò nella “viuzza d’oro”, una stradina lillipuziana e onirica alla periferia del sontuoso castello di Praga.
Una lapide, nell’ala vecchia del castello, attesta ancor oggi l’avvenuta trasmutazione alchemica.
Entrambi appartenevano all’Ordine segreto della Rosa + Croce, una società iniziatica e misterica, che aveva in quell’epoca un riferimento in Federico del Palatinato che ad Hidelbergh fondò una università che studiava l’ ermetismo e l’ occultismo (magia, alchimia, astrologia, cabala).







studiolo di Francesco I de' Medici









la "viuzza d'oro" a Praga
















pietra filosofale

La pietra filosofale è una condensazione di energia vitale in una piccola quantità di materia.
Si estrae dal mercurio comune, un fermento (mercurio filosofale) che si fa agire sull’argento per trarne un altro, che a sua volta si fa agire sull’oro.
Si uniscono il fermento tratto dall’argento e quello tratto dall’oro, con quello mercuriale, in un matraccio di vetro verde a forma di uovo (vaso alchemico) e si mette a cuocere in un fornello a riflessione o riverbero (athanor, dall’arabo at-tanur - fuoco).
Durante la cottura si producono alcuni colori su cui sono basate tutte le storie e i misteri alchemici: nigredo: la materia contenuta nell’uovo diviene prima nera, tanto da sembrare putrefatta (testa di corvo); albedo: al colore nero succede il bianco splendente. In questa fase si è già in grado di trasformare i metalli impuri (piombo in argento); rubedo: continuando col fuoco, la materia assume tinte diverse, dal blu al verde (serpe verde), al giallo (citrinitas), fino al rosso rubino (tasso rosso). Dopo queste quattro fasi la pietra è terminata.
Questo stato si raggiunge dopo un anno. Ora 10 grammi di polvere di proiezione, trasmutano 20 grammi di metallo. Ma se il tutto si rimette nell'uovo con altro mercurio filosofale, e si riscalda per tre mesi, la pietra può trasmutare in oro 10 volte il suo peso .
Nicola Flamel, Raimondo Lullo, poveri ambedue, hanno distribuito ricchezze immense. Cagliostro, regalava monete d’oro ai poveri, conducendo una vita di servizio ai bisognosi, fabbricando rimedi, per curare ogni male. S.Germain, esibiva un lusso da far invidia agli stessi re. Tutti passati per …leggendari cialtroni e morti in disgrazia.
Solo se si è perfetti si può fare l’oro, ma quando si è perfetti, l’oro non interessa più.
Di fatti il grande Athanor per compiere “la Grande Opera”, altro non è se non la volontà umana: di lì deve partire il calore, ossia l’energia per separare il sottile dallo spesso, il volatile dal fisso, per trasformare la natura inferiore in spirito.
Le varie fasi corrispondono agli stadi che l’adepto deve attraversare per ottenere l’iniziazione e la finale emancipazione (grifon d’oro) che consente alla “Fenice di …rinascere dalle sue ceneri”.
La Grande Opera agisce simultaneamente sullo spirito e conseguentemente sulla materia.
“un gran de cet esprit de celeste origine pris seul fai plus d‘effect qu’un pot de medicine”. La corporificazione di questo Spirito è lo scopo ultimo delle fatiche alchemiche. Alchimia (Ars Laboriosa Convertens Humiditate Ignea Metalla In Argentum) è parola egiziana traslata al greco (kemì = terra nera). L‘obiettivo che i suoi adepti si prefiggevano di raggiungere era di catturare lo spirito all’interno di un contenitore, essendo lo spirito sottilissimo ed invisibile, non percepibile ai nostri occhi se non ricoprendolo di materia grezza, capace di servirgli da scorza.
Il risultato ha il nome di pietra filosofale o Elisir. L’insieme delle operazioni “Grande Opera”.
Trasformare il piombo in oro vuol dire liberare l’anima da pregiudizi e vizi, tramite il sale filosofico - salnitro (la saggezza) il mercurio (abilità e lavoro) , lo zolfo (energia vitale) e la magnesia o Azot (calore della volontà).
Si arriva così a cambiare in oro spirituale le cose meno preziose e perfino le immondizie della terra e a compiere l’’Opus Divinus”।










laboratorio alchemico
(G.Stradano)












l'alchimista (Thomas Wyck)















purificazione del mercurio filosofale

















Andromeda e Perseo








libri maledetti







Sembrerebbe esistere una cospirazione per la distruzione sistematica del sapere umano, trasmesso attraverso papiri, pergamene, libri, manoscritti, per impedire alle coscienze di svilupparsi e progredire troppo rapidamente. I roghi di libri accompagnano la storia dell’umanità.
La biblioteca di Alessandria d’Egitto, dove erano raccolti 700.000 preziosi rotoli, fu incendiata da Cesare nel 48 a. C.
Durante la rivoluzione d’ottobre in Russia furono messi al rogo più di 150.000 volumi rari.
Lo scopo non è tanto quello di ritardare l’evoluzione, ma di troncare sul nascere tutte le idee differenti, che potrebbero indurre l’umanità in direzioni non desiderate.
L’ index expurgatus librorum cita: “ Invero sarebbe stato meglio che certi libri non fossero mai stati scritti, per il bene dell’uomo, della sua anima e del suo corpo”. Alcuni libri e manoscritti sarebbero tuttavia stati sottratti a tale congiura, sebbene perseguitati e considerati “libri maledetti” e pericolosi, sarebbero stati preservati nei secoli.
“Il libro di Thot”. Thot, personaggio mitologico, che avrebbe preceduto l’Egitto, trasmise la scrittura e il suo libro permetteva di resuscitare i morti, agire a distanza e conoscere il futuro. I segreti di questo libro, sarebbero attualmente impressi nei 22 arcani maggiori dei Tarocchi.
“Le stanze di Dzyan” di H.P. Blavatsky, una donna incolta che all’improvviso nel sec XIX°, dimostrò di possedere una cultura immensa (la dottrina segreta, Iside svelata, ecc.), che avrebbe acquisito proprio attraverso le stanze, testo che conterrebbe e rivelerebbe segreti provenienti da altri pianeti.
La “Steganografia” e la “Poligrafia” dell’abate Tritemio, entrambe contenenti segreti, relativi alla costruzione di apparecchi “in grado di trasmettere ad una distanza di cinquanta leghe” ( Per la cronaca, Tritemio predisse in un suo libro, stabilendo la data esatta 1918, la dichiarazione Balfour, relativa alla creazione di uno stato ebreo in Israele).
Il “Necronomicon” scritto dall’arabo Abdul Alhazred, uno stregone che pretendeva di diffondere i segreti della Magia rituale. Il titolo starebbe a significare: ”libro delle leggi che governano i morti”. La sua semplice lettura porterebbe a conseguenze terribili per il cui motivo è tutt’ora rigidamente posto all’indice da tutte le religioni. (Il Brtish Museum ne custodisce una copia in caratteri gotici).
Il “Manoscritto Voynic”, scritto personalmente da Ruggero Bacone, grande mago e pioniere della sperimentazione scientifica. Bacone conosceva la struttura della cellula e la formazione di un embrione, partendo dallo sperma e da un ovulo; i segreti delle nove e dei quasar; l’esistenza di una sorgente di energia superiore alla bomba all’idrogeno (sembrerebbe che proprio la decifrazione di questo manoscritto, criptato, abbia condotto alla realizzazione, nel XX° sec. di quello strumento di morte, che ben si conosce).
“Excalibur”, un libro pericolosissimo, scritto da Ron Hubbard (fautore di scientology) la cui lettura condurrebbe alla follia e che conterrebbe segreti maestosi, provenienti da una grande civiltà galattica.
“I Sette di Spandau” di Jack Belding, che avrebbe ispirato e alimentato un nazionalsocialismo magico e mistico propugnando l’esistenza di esseri dotati di poteri sovrumani, una “Loggia Luminosa”, “I Superiori Sconosciuti”.
“Uomini, Bestie e Dei” di Ossendovsky, che sostiene che i figli di divine intelligenze si installarono in un immenso sistema di caverne sotto la catena dell’Himalaya dividendosi in due gruppi : Agarthi, luogo di contemplazione e del bene e Schamballah, città della violenza e della potenza. Entrambi dirigerebbero le sorti del mondo in un eterno conflitto. Questi nomi ricomparvero sulla bocca dei responsabili dell’ Ahnenerbe (società di studi atavici incorporata nelle S.S – praticava la vivisezione sui prigionieri), al processo di Norimberga.
“I Protocolli dei Sette Savi di Sjon” utilizzato dal nazismo e dal fascismo come giustificazione antisemita, poiché attribuiva ai giudei un programma di distruzione sistematica del mondo per acquistarne il potere. Il documento del 1908 parla di serpente monetario, di terrorismo, di pornografia, crisi economiche e perfino di guerra mondiale quali strumenti per evitare qualsiasi impedimento al Regno mondiale del Seme Santo di David.










l'abate Tritemio consegna a Faust il testo della steganografia






splendor solis






Orfeo








epifania metafisica







il giardino di Pan


laboratorio di Enrich Kunrat







Hjeronimus Bosch








il giardino delle delizie














martedì 25 dicembre 2007

curiosità giudaiche


Cifra viene dall’ebraico sepher che è la radice di sephirot che in chiave 10 indica gli elementi d’analisi applicabili a qualunque situazione esistenziale. Lo schema indica i 10 attributi di Dio, le divine energie increate, tramite cui è possibile entrare in comunicazione con Dio, sintonizzando i nostri centri di forza. Dio è accessibile a condizione che l’uomo divenga perfetto. Attraverso le Sephirot Dio si fa conoscere. La prima sephira condivide la natura negativa dell’En Sof , il nulla, indifferenziato, Keter, la corona. Dalle profondità del nulla, promanano la Saggezza e l’Intelligenza (Chocmah e Binah) , il grembo, che ricevendo il seme concepisce le sette sephirot inferiori: la Misericordia e la Giustizia (Chesed e Gheburah), che sono le braccia, destra e sinistra di Dio. Due poli essenziali per il funzionamento del mondo. L’equilibrio necessario è simboleggiato dalla sephira centrale, la Bellezza (Tipheret), il tronco. Se il Giudizio non è ammorbidito dall’Amore, può distruggere. Le due successive sephirot sono la Vittoria e l’Onore (Netzah e Hod), che costituiscono le gambe. La nona sephirot è il Fondamento (Yesod), il fallo, la forza generativa dell’universo. Attraverso questo sono incanalate Luce e Forza verso la sephirot inferiore (Malkut), il Regno, nota anche come Shekinah – Presenza, che rappresenta l’immanenza di Dio. Essa è femminile perchè riceve l’emanazione dall’alto e genera la molteplicità delle forme. Una mappa della coscienza, un itinerario mistico, una scala che conduce dall’uomo a Dio.


(Alef) - La parola “chassid” significa puro deriva da “chesed” (uno degli attributi divini), che vuol dire grazia. Il movimento è fondato sulla grazia. Dio arriva attraverso la grazia e non tramite lo sforzo.
Il Chassidismo è una religione di celebrazione e gioia che vanno coltivate perchè in esse dimora lo splendore (Keter). E’il fiorire della cultura ebraica. Le cose più insignificanti diventano sacre, mangiare, bere, danzare, hanno la qualità della preghiera. Tutta la vita è soffusa di grazia divina. Il fondatore, il rabbino Baal Shem Tow, detto il Besht dalle iniziali del suo nome, maestro di kabbala, mago e taumaturgo, depositario della devekut (comunione con Dio),possiede il nome divino e ne conosce la potenza segreta e in forza di essa può operare miracoli.
Quando il Baal Shem doveva assolvere un compito difficile, per il bene delle creature, andava nel bosco, accendeva un fuoco, pregava, meditava e tutto si realizzava secondo il suo proposito.Una generazione dopo il Maggid di Meseritz si trovava di fronte allo stesso compito, riandava nel bosco e diceva: “Non posso più accendere il fuoco, ma posso pregare” e tutto andava secondo il suo desiderio. Una generazione dopo ancora, Moshe Leib di Sassov, doveva assolvere lo stesso compito: andava nel bosco e diceva: “Non posso accendere il fuoco e non conosco più le preghiere segrete, ma conosco il posto nel bosco, dove tutto accadeva, e questo basta”: Infatti era sufficiente alla realizzazione dei desideri. Ma quando nella successiva generazione Israel di Razin doveva affrontare lo stesso compito, se ne stava seduto nella sinagoga e diceva: ” Non posso fare il fuoco, non so dire le preghiere, non conosco più il posto nel bosco, ma di tutto ciò posso raccontare la storia”.
Il suo racconto da solo aveva la stessa efficacia delle azioni degli altri predecessori.



(Mem) - Alcuni talmudisti fanno risalire ai tempi del profeta Isaia l’origine dei Lamed-waw. In ebraico le lettere dell’alfabeto hanno un valore numerico. La lettera Lamed ha valore di 30 e waw di sei. Pertanto i Lamed-waw sarebbero 36.
Il mondo intero riposa su 36 “Giusti”, in nulla distinti dai comuni mortali, spesso non sanno di esserlo anche loro, ma se uno mancasse, la sofferenza degli uomini avvelenerebbe persino l’anima dei neonati e l’umanità soffocherebbe in un grido.
I Lamed-waw sono il cuore del mondo e in essi si versano i nostri dolori come in un ricettacolo. Senza di loro non sarebbe sopportabile l’esistenza. Sono le calamite della sofferenza umana.
Gli ebrei andalusi venerano una pietra a forma di lacrima, che dicono essere l’anima di un Giusto, impietrita dal dolore.


(Schin) - La Torah contiene 613 comandamenti (248 precetti e 365 divieti). Il corpo umano si compone di 613 parti.

Adempiendo ogni singolo precetto, l’uomo purifica la parte corrispondente del suo corpo in una sorta di “restaurazione”, rendendolo di nuovo puro e perfetto come era prima del peccato originale e ripristinando la struttura mistica dell’Adamo originario (Adam Kadmon) nel quale la creatura umana si dissolve fondendosi con quella divina .

Il rabbino Jehuda Low ben Becalel, detto il Maharhal, di Praga, maestro di cabala e magia, avrebbe creato una forma d’uomo il “Golem” che avrebbe tenuto ai suoi ordini a guardia del ghetto praghese.
Egli possedeva la conoscenza del nome divino “devar-Elhoim” ed era perciò in grado di ripetere il processo della creazione senza però poter infondere l’anima, con il risultato di un automa ubbidiente.
Ecco la “ricetta” per la sua fabbricazione: “impastare un pupazzo con terra vergine, dopo essersi purificato, girargli intorno più volte, recitando le lettere del sacro tetragramma – Jod – He – Vau – He, incidere sulla fronte il vocabolo emet (verità), introdurgli in bocca lo shem (il foglietto col nome impronunciabile di Dio) per metterlo in moto.
Per annullare gli effetti: girare in senso contrario, recitando l’alfabeto all’inverso. Togliere dalla bocca lo shem, cancellare la prima lettera del vocabolo Emet, in modo che resti solo Met (morte) e il fantoccio si affloscia.
Il Maharal di Praga fu inoltre un arguto esegeta biblico ed il solo ad aver orientato la sua interpretazione sul “vuoto intermedio”.
“ Le tavole della Legge avevano un’altezza di sei palmi e una larghezza di sei palmi. Due palmi erano nelle mani di Dio, due palmi nelle mani di Mosè. In mezzo due palmi erano vuoti”.
Mentre il Maharal metteva solennemente l’accento su questo dettaglio apparentemente banale di un testo talmudico, Michelangelo, dall’alto della sua impalcatura, sul soffitto della cappella Sistina a Roma, lasciando un minuscolo scarto tra due dita tese l’una verso l’altra, esprimeva pittoricamente lo stesso concetto, rappresentando Adamo che si sveglia alla vita senza essere toccato da Dio: egli tende la sua mano verso Dio che tende anch’egli la sua, ed è la scintilla invisibile che produce la vita. La mirabile scena di due esseri, che non sono contraddittori e inconciliabili, sottolinea la cooperazione tra Dio e l’uomo, che si esprime attraverso questa distanza, questo piccolo spazio, che indica la sfida lanciata da Dio al suo Essere, che Egli limita decidendo di introdurre nella creazione una creatura “libera”. Libertà che non sarebbe stata messa in risalto se le mani di Dio e dell’uomo fossero state contigue, senza quel “vuoto intermedio”.
A Praga nell’angolo della facciata destra del palazzo comunale c’è l’unica raffigurazione scultorea del rabbino Low, al quale una giovinetta gli porge una rosa avvelenata, con la quale il maestro pungendosi ne morrà.
Simbolicamente egli cede alle profferte della inconsapevole fanciulla che gli da l’opportunità di una morte consapevole, come accade a molti yogi e santi uomini che creano essi stessi la situazione per scomparire dalla scena del mondo : Buddha , Ramhakrisnha, Mahavira e lo stasso Gesù.
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1) (Beth) - Vita

Le testimonianze degli evangelisti, sono spesso contraddittorie, perfino su ciò che Gesù ha detto sulla croce.
Luca (23,46) : “Padre nelle tue mani ripongo il mio spirito” . Giovanni (19,30) “Tutto è compiuto”.
Marco (15,34) e Matteo (27,46) : “Dio mio perché mi hai abbandonato”.
In realtà questa è la frase che pronuncia Gesù :”Elì, Elì lamma sabactanì” che testimonia l’adempimento delle scritture Giov. (19,24) poichè era colui indicato nel biblico e profetico salmo 21 di David (17,18.19), che inizia proprio con le stesse parole: Dio mio perché mi haiabbandonato, “ han contato tutte le mie ossa, han trafitto le mie mani e i miei piedi, si son divise le mie vesti, e sopra la mia tunica han gettato la sorte”

"kajem schene 'emar" per adempiere a ciò che è scritto .

2 ) (Ghimel) - Pace

Pilato chiede provocatoriamente a Gesù “Qual è la verità”: “Quid est veritas”, e la muta risposta è: “Est vir qui adest”, che è l’anagramma della domanda, lettera per lettera,” E’ l’uomo che ti sta davanti !”
La risposta infatti è contenuta nella stessa domanda .
Al tempo stesso è come dire a Pilato di osservare specularmente la propria coscienza proiettata in Gesù.
Un Cristo, un Buddha, sono degli specchi, nei quali si riflette l’ immagine originaria, ciò che lo zen definisce “il vero volto”.

3 ) (Daleth) - Sapienza

C’è un’esplicita analogia tra il profeta Elia e Giovanni il Battista!
Elia va nel deserto ed è definito un uomo peloso con “una cintura di cuoio ai fianchi “ (Re IV, 1,8).
Il Battista predica nel deserto e indossa una veste di peli di cammello e “una cintura di cuoio ai fianchi” (Mt.3,4).
Gesù parlando di Giovanni Battista dice:” Egli è colui del quale sta scritto : “Ecco io manderò a voi il profeta Elia avanti che venga il giorno del Signore” (Malachia 4,5); “Egli è quell’Elia che deve venire (Mt.11,14), “Chi ha orecchi per intendere, intenda (Mt.11,15).
Si tratta di una chiara eco di teorie reincarnazionistiche, immune da interpolazioni e manipolazioni, rimasta integra nei vangeli insieme a Giov. 3,5, quando a Nicodemo Gesù dice espressamente: “Chi non rinascerà di nuovo non entrerà nel regno di Dio”.

4) (Kaph) - Ricchezza

Gesù non si è mai autoproclamato “ figlio di Dio” espressione che per un ebreo era una scandalosa bestemmia. Un ebreo poteva definirsi “servitore di Yavè” .
La parola aramaica “ebed”, infatti, vuol dire servitore e si traduce in greco pais, che significa insieme servitore e fanciullo. Il passaggio da pais a nios (figlio) è stato facile, ma il concetto di figlio di Dio appartiene certamente al linguaggio dei cristiani ellenizzati (S:Paolo, Giovanni).
Soltanto in quattro o cinque luoghi dei sinottici (Mt. 8,20 – Lc. 9,44 – Mt. 11,19 – Mt.12.32 - Mc. 2,10 ) è usato il termine “bar nascha” che vuol dire semplicemente un uomo. L’espressione quindi “figlio dell’uomo”, con l’accezione di un significato messianico appartiene sicuramente ai redattori, che hanno voluto associare Gesù al passo di Daniele (7,13-14) : ”ed ecco con le nubi nel cielo, uno come figlio d’uomo”, considerato precognitore dell’avvento messianico.

5 ) (Phet) - Fertilità

Caifa era stato a capo del Sinedrio per 18 anni (Filone d’Alessandria, Giuseppe Flavio), eppure solo Matteo lo cita quale sommo Sacerdote (26,57). Giovanni ne parla come genero di Anna, gran sacerdote del Sinedrio (18,13) e Luca e Marco non lo menzionano affatto.

6 ) (Resh) - Bellezza

Nell’anno 747 di Roma, i pianeti Saturno e Giove erano in congiunzione nella costellazione dei pesci, raggiunti da Marte nella primavera del 748. Questi segni, nell’interpretazione dei quali i saggi d’oriente (Magi) erano maestri, li convinsero ad affrontare un faticoso viaggio, che precede di 6/7 anni la nascita di Gesù, ma coincide perfettamente con il periodo del censimento della popolazione giudaica, che condusse Giuseppe e Maria a Betlemme. Quindi la vera nascita precede di 6/7 anni il tempo comunemente accettato.

7) (Tau) - Dominio

Nei vangeli di Matteo e Luca si dice che Gesù nacque a Bhetlemme, Marco invece nomina Nazareth come luogo di nascita. In realtà il villaggio di Bhetlemme era già indicato nella profezia biblica : “E tu Bhetlem, piccola fra le mille di Giuda, da te uscirà colui che sarà dominatore in Israele “ (Michea V,1-5).

(Shekina) - Tabernacolo

Nazareth è una traslitterazione di Nazirita, (Mc.1,12 – cfr. Nazareno) una setta precristiana di origine essenica, a cui lo stesso Gesù apparteneva. Gesù era un Nazir, (aramaico = “consacrato”) come il Sansone biblico. Erano celibi (coelo- ibis-andrai al cielo) e assolutamente casti per evoluzione, non per voto. Portavano barba incolta e capelli lunghi in segno di riconoscimento (Epifanio).
Le contraddizioni dei sinottici sono comprensibili, nessuno degli evangelisti era presente. Essi riferiscono voci, essendo i vangeli, scritti postumi di almeno ottanta/novanta anni. Tuttavia il messaggio potente, emerge nonostante le interpolazioni, le traduzioni errate, le manipolazioni strumentali, le contraddittorie interpretazioni, come montagne, fuori del tempo e dello spazio. Gesù è stato lo spartiacque della storia del mondo che dalla sua nascita è stato diviso in due epoche (a.C. – d.C.), poiché dopo di Lui il mondo non è e non sarà mai più lo stesso.

lunedì 24 dicembre 2007

curiosità esoteriche

Alcune società segrete, hanno alimentato il nazismo. Hitler, Hess, Himmler, Goebbels, Haushoffer, facevano parte del gruppo Thule (centro magico di una civiltà scomparsa), che aveva radici nella Golden Dawn, nella Rosa-Croce e nella società del Vril (energia divina non utilizzata) la “loggia Luminosa”, rifacentesi alle farneticanti teorie di uno scienziato, Hans Horbiger, una sorta d’evoluzione del cosmo attraverso la lotta tra il ghiaccio e il fuoco, concepita tramite una “rivelazione” celeste (Wel) : la razza ariana, discesa dalle montagne abitate da superuomini (superiori sconosciuti) di un’altra epoca, sarebbe stata destinata a comandare tutto il pianeta.
Questo concetto alimentò fortemente le tendenze mistiche del gruppo nazista e si associava al pensiero di un socialismo magico.
Hitler si riteneva chiamato ad una missione tesa a dimostrare che la politica non è che l’applicazione pratica di una visione religiosa per ricostituire lo spirito dei tempi antichi secondo cui il movimento delle anime e delle stelle corrispondono. La lotta tra il ghiaccio e il fuoco, attraverso cui sono nati i pianeti, si svolge anche nell’uomo.
La “scienza nordica” e nazionalsocialista si opponeva alla scienza giudeo liberale e alla religione giudeo-cristiana, che occorreva spezzare perché era una congiura contro il magico e il senso dell’epopea. Una cospirazione che chiudeva le porte dell’avvenire all’umanità. L’idea giudeo-cristiana che gli uomini dallo stato bestiale si erano lentamente innalzati fino alla civiltà aveva soppiantato il mito potente e rivelatore dell’origine divina degli esseri umani, la discendenza dei re giganti che in un’età aurea possedevano tutte le scienze e il governo dell’anima.
Karl Haushoffer (professore all’università di Monaco di Baviera e poi generale del Reich), avrebbe soggiornato per molto tempo in oriente, dove sarebbe stato iniziato da un’importante società segreta buddhista e avrebbe trasmesso a Hitler alcuni poteri, tramite Rudolph Hess.
Di fatto Hitler predisse con esattezza la data dell’entrata delle truppe a Parigi, la data dell’arrivo a Bordeaux dei violatori del blocco, la data della morte di Roosvelt, l’occupazione della Renania e a dispetto dei pareri dei suoi generali, senza ascoltare il consiglio dei suoi specialisti, pur compiendo mosse insensate, agiva e vinceva. Sembrava posseduto e in una sorta di trance medianica, sudava, tremava e quando impartiva gli ordini, la sua voce cambiava tono.
Hitler fu in effetti “ usato” da un gruppo esoterico che pensava, per suo tramite di agevolare l’evoluzione dell’umanità, fino a quando perse ogni potere, per aver creduto d’essere lui stesso l’artefice di tutto ed impazzì compiendo atti ignobili.
Hessenhoff fu il contatto, fu lui a scegliere la svastica (simbolo del sole) come distintivo, dopo ripetuti viaggi in India e Tibet, simulacro al quale Hitler rovesciò la direzione destrorsa.
Il gruppo, che esiste tuttora è il gruppo di “Ashoka” un gruppo buddhista di nove persone.
Quando uno di loro muore, è sostituito da un altro che è preparato dagli altri otto. Chi entra a farne parte, scompare dal mondo. Il gruppo stesso non viene mai a contatto con le masse e resta celato.
L’esperimento fallì e bisognava ormai eliminarne la causa. Il conte von Stauffenberg fu l’organizzatore dell’attentato a Hitler del 2° luglio 1944. Questi faceva parte di una potente società segreta tedesca, composta soprattutto di alchimisti, cabalisti e Rosacrociani, che contava nelle sue fila, grandi scrittori, premi nobel, (Yeats, premio nobel per la letteratura), storici (Waite), fisici (Romher), matematici, medici ed esperti militari : la S.D.A. (Sapiens Donabitur Astris), da cui derivò l’ “Order of the Golden Dawn in the Outher” – l’ordine dell’Alba d’Oro, del quale Hitler era un appartenente alla seconda classe del° primo livello.
Colui che credette di far parte di un disegno mistico e magico, concludeva così la sua folle esistenza in un desolato sotterraneo, ricevendo le ultime notizie di una Germania in rovina, dal guardiano dello zoo di Berlino, che arrampicato ad un albero telefonava al bunker, comunicando la grottesca fine del sogno delirante della selezione biologica dell’uomo-dio. Così si infranse la megalomania di un sifilitico, il sadismo di un pugno di nevrotici, l’ubbidienza servile di una folla di vigliacchi.
Aushwitz, Dachau, Birchenaw, non si possono concepire, invocando solo la follia. Tutto si svolse in un universo parallelo, nel quale gli iniziati di Thule erano convinti che non ci sarebbe stata pace sulla terra, fino a quando fosse rimasto vivo un solo ebreo, manifestazione di una umanità decaduta.

Federico II e i Templari


L’imperatore Federico II di Svevia, fece costruire presso Andria, in Puglia, il Castello del Monte, un capolavoro di architettura esoterica, autentico e misterioso monumento al numero otto.
La pianta del Castello è infatti ottagonale e otto sono le torri esterne, anch’esse ottagonali. Su ciascuno dei piani ci sono otto sale e all’ingresso delle stesse così come sul portale, sono raffigurati fiori in gruppo di otto.
L’ossessione dell’otto si ripresentò quando fu aperta la tomba dell’imperatore che aveva ancora al dito un anello di smeraldo con otto petali d’oro.
Federico II visse 56 anni (multiplo di otto) e la somma dell’anno della sua morte 1250 dà sempre otto. Riprodurre forme, misure e ritmi, significava riprodurre in terra l’armonia celeste. L’ottagono infatti simbolicamente risultava essere per i Templari, di cui era un accolito, il mediatore fra la terra e il cielo.
Il castello si trova altresì in un punto mediano sulla retta ideale che congiunge Gerusalemme, città santa per antonomasia e Roma simbolo del potere politico e non aveva alcuna utilità strategica, mancando di fossati difensivi, spalti e ponti levatoi. Per contro è da escludersi l’ipotesi di un castello di caccia per la raffinatezza che lo contraddistingue.
Secondo alcuni avrebbe dovuto custodire il sacro Graal che l’imperatore aveva ricevuto dai Templari. Secondo altri era un vero e proprio laboratorio alchemico.
I templari proteggevano i pellegrini che si recavano a Gerusalemme e al Tempio di Salomone ed erano invisi per le grandi ricchezze accumulate.
Possedevano il Sacro Graal, il calice che sarebbe servito a Cristo nell’ultima cena e col quale Giuseppe d’Arimatea avrebbe raccolto il suo sangue sulla croce e che secondo la leggenda, sarebbe stato intagliato da uno smeraldo staccatosi dalla corona di Lucifero (portatore di luce).
Questo vaso mistico della eterna resurrezione, che procurava la rinascita iniziatica, la nascita dell’uomo nuovo è al contempo rivelazione spirituale, dogma e rituale e divenne il calice della “eterna alleanza”, omologo del “Sacro Cuore di Gesù Cristo”.
E’ verosimile si trattasse di un simbolo che rappresentava una esperienza mistica, ovvero maestosi segreti iniziatici dei quali i Templari erano i custodi.
L’emblematica simbologia, celava piuttosto una autonomia religiosa, della potente confraternita, che la Chiesa da un lato e l’Imperatore dall’altro ostacolavano, poiché contrastava sia il potere temporale che quello spirituale.
La ricerca del Graal infatti, è simbolo dell’avventura spirituale individuale e della pienezza interiore che passa attraverso il dominio dei sensi. (Artù, Merlino, Lancillotto, Parsifal, non erano che miti, emblemi di condizioni ed esperienze interiori).
I Cavalieri del Tempio di Gerusalemme, immagine e condensato dell’Universo, facevano voto di povertà e possedevano tre virtù : coraggio, fedeltà, castità.
Così il Gran Maestro ammoniva l’iniziato : “ Evocherai gli spiriti, dirigerai le correnti eteriche e tutte le correnti fluidiche, lancerai le loro vibrazioni e ne approfitterai, ma solo a fin di bene, di miglioramento morale per tutta l’umanità. Sii sobrio, negli affetti e nelle cure del corpo e non dare le cose sante in pasto ai cani. Conosci te stesso, ma nessuno conosca te”.
Per deviare i profani tra l’altro, i Templari assunsero ad emblema una figura mostruosa, uno spaventoso androgino, il Baphomet, che è stato lo spauracchio del volgo e la causa della loro persecuzione e distruzione in seguito alle accuse di idolatria.
Letto cabalisticamente, invece, il suo nome si legge: Tem-oph-ab (Templi omnium hominem pacis habbas- il padre del tempio della pace universale fra gli uomini).
L’unica raffigurazione scultorea che identifica il simulacro si trova ancora oggi, nel portico della chiesa di Saint Merry a Parigi e nella volta della 7^ sala al 1à piano di Castel del Monte.
Il Gran Maestro Jacques de Molay, attorniato dalle fiamme del rogo, lanciò contro Filippo il Bello e contro Papa Clemente V° un’anatema : ” Clemente ti do tempo di comparire al tribunale di Dio fra 40 giorni, e tu Filippo altrettanto ingiusto, lo seguirai entro l’anno”.
Clemente morì entro 40 giorni, sette mesi dopo anche Filippo lo seguì..




Una curiosità : il numero aureo o costante di Fidia = 1,618 moltiplicato per 8 da 12,944
La data dinascita di Federico II è il 26.12.1194
La data di morte 13.12.1250
sottraendo quest’ultima si ottiene 12,999.944
Se si elimina la triade della conoscenza 999 si ha esattamente 12,944

curiosità attuali



Apparizione della Madonna a Fatima 13 luglio 1917
Miracolo del sole 13 ottobre “
Attentato al Papa 13 maggio 1981
Viaggio del Papa a Fatima 13 maggio 1991
Morte di suor Lucia (veggente) 13 febbraio 2005
Giorno della morte del Papa 2. 04.2005 = 13
Ora della morte 21,37 = 13
Ora della elezione del nuovo Papa 17,50 = 13
Ora della proclamazione 18,40 = 13
265° pontefice da S.Pietro 2+6+5 = 13

________________________

130 = 13

R A T Z I N G E R - “ N A Z I R E T” (nazirita) - R(ex) – G(loriosus)

Commento :

Il n° 13 è il motivo conduttore di un disegno. Letto cabalisticamente è la trasformazione (nei tarocchi il 13 è morte ma anche rinnovamento, rinascita).
Nel nome del nuovo Papa è contenuto il segreto (probabilmente sconosciuto dallo stesso) della allegoria divina che traccia sottilmente anche negli eventi esterni la magica analogia di un’unica realtà, sempre operante per chiunque, ma difficilmente decodificabile.
Nazirita (rito del Nazir) non nato a Nazaret, ma “nazirai o nazorai” (consacrato) setta precristiana alla quale apparteneva il Sansone biblico e certamente Gesù (casti e puri - Epifanio), indica il “principio cosciente” un influsso psichico, un’energia vagante consapevole e trasmissibile (tulkù).
Le due lettere restanti dell’anagramma indicano il titolo profetizzato in modo criptico del Papa della pace da Nostradamus (Rex Gloriosus).
Malachia invece lo individua nell’epiteto (De Gloria Olivo). I benedettini, da cui il Papa ha derivato il suo nome di Benedetto XVI, sono chiamati anche “olivetani” dal monte olivo presso Siena, dove si stabilirono ed il loro simbolo è un ramoscello di ulivo.
Egli è deputato alla riconciliazione delle chiese orientali e della vera pace universale il cui sentiero è stato preliminarmente tracciato da Giovanni Paolo II (POL MANSOL – Pol, Paolo, polacco – man sol – uomo solare- de labore solis), il Papa della guerra (wojtya) in Jugoslavia (esclavonia).

Stiamo assistendo a grandi avvenimenti che segneranno una svolta (o almeno il tentativo pilotato) della storia del mondo di cui i personaggi citati sono solo gli strumenti, talvolta inconsapevoli pedine di una potente energia autoesistente e una occulta “ intellighenzia” .
C. 5/92 - “Dopo il seggio tenuto 17 anni cinque cambieranno in tale –revolu terme- (termine rivolto o rivoluzionario?) poi sarà eletto di medesimo tempo chi dei romani non sarà troppo conforme”
(il pontificato di Pio XI è durato 17 anni , successivamente si sono alternati 5 pontefici) :
Pio XII dal 39 al 58 = 19 ; Giovanni XXIII dal 58 al 63 = 5 ; Paolo VI dal 63 al 78 = 15 ; G.Paolo I 33 gg.( 1 mese c.) ; G.Paolo II dal 78 al 2005 = 27. Tot. = 66 anni e 1 mese ; 6+6 = 12 + 1 =13.
Con Benedetto (bene dictus) decimo sesto l’influsso del 13 si attiva…!
Il 13 ottobre 2005 il nuovo Papa come primo atto episcopale indice un sinodo presso l’ateneo pontificio per il ministero di tutti gli esorcisti esortandoli a intervenire mentre dilaga il satanismo (degrado spirituale).
La sua prima enciclica “Dio è amore” è datata 04.01.2006 = 13
Nella basilica di S.Paolo fuori le mura a Roma al di sopra delle navate e del transetto vi sono i medaglioni mosaicati di tutti i papi da S. Pietro fino a Giovanni Paolo II : vi sono ancora …13 spazi vuoti !
Recentemente il 13 gennaio 2008 viene contestata la presenza di Benedetto XVI all'inaugurazione dell'anno accademico della Università Sapienza di Roma, dopo aver ricevuto l'invito dal Magnifico Rettore. (il 13 continua a marchiare il suo pontificato).




malattia-informazione

Molti clinici e ricercatori, sostengono oggi che la maggior parte delle malattie siano l’effetto dello stress, delle frustrazioni , della depressione, della infelicità e di conflitti psichici irrisolti (D.Maticek, H.Kaplan, A.Bizarro, A.Giamundo, G.Hamer, T.Burang, U.Veronesi, ecc.)
In realtà il corpo per richiamare l’attenzione, produce quelle che noi chiamiamo malattie, che altro non sono che informazioni della coscienza, che rivela una necessità, un bisogno, attraverso un sintomo come mezzo espressivo.
I processi della coscienza, si calano nella corporeità per subire un capovolgimento ed essere in grado di risalire, redenti, nuovamente nella sfera della coscienza.
Il messaggio contenuto nella malattia è una provocazione che deve essere compresa e divenire esperienza.
Se la comprensione non avviene, le provocazioni non solo continueranno ma aumenteranno di intensità in una sorta di escalation.
Ogni livello di escalation rappresenta un aumento di intensità con cui l’esistenza sollecita l’uomo a mettere in discussione il suo modo di vivere e a integrare consapevolmente ciò che è represso.
Così la malattia è utilizzabile e la guarigione diventa un processo di redenzione, comprendendo e integrando nella coscienza il conflitto psichico.
Inizia una pressione psichica (pensieri, desideri, fantasie) a cui seguono disturbi funzionali, identificabili dal suffisso –ite;
le infiammazioni si trasformano in forme croniche (-osi);
i processi cronici tendono poi a produrre mutamenti fisici irreversibili (cancro, morte per malattia o incidenti).
L’ultima tappa sono malformazioni genetiche e malattie innate (karma).

New-Age

Il termine New-Age ha diverse implicazioni: un diverso rapporto tra individuo e ambiente; una nuova proposta esistenziale; un veicolo di salvezza ovvero una sperimentazione di veicoli nuovi.
Nasce come movimento negli anni ‘80 nell’ambito di una ricerca musicale pura, con l’integrazione di ritmi biologici e naturali (ritmo cardiaco, inteso come pulsazione [E. G.1] della vita;, rumore del mare, del vento ecc.) . Una nuova maniera di fare musica . Immediatamente si sposta nell’ambito di uno spiritualismo ad opera di Siegel che cerca di rendere contemporaneo il messaggio di Cristo, stabilendo regole per il terzo millennio, attraverso uno sviluppo della coscienza sociale e della comunicazione.
In occasione della mutazione dall’età dei pesci all’età dell’acquario, si ipotizza di trasformare la vecchia civiltà di guerra ed abominio in una età della pacificazione universale. Si tenta di rompere le dicotomie in una sorta di riconciliazione, perseguendo un orizzonte olistico di integralità e di nuova innocenza.
Se l’essere umano è capace di liberarsi da se non ha più bisogno di altri, ed in particolare di religioni confessionali consolatorie, che troppo spesso evitano una diretta responsabilità nelle azioni e nelle conseguenze che da esse derivano. L’influenza del buddismo come etica comportamentale è evidentissima.
Qualsiasi cosa si manifesti nel campo delle esperienze è usata come via. La vita è vissuta in modo ordinario, ma con consapevolezza, integrando questo stato con qualsiasi cosa entri a far parte delle esperienze umane. Non è quindi necessario nessun atteggiamento esteriore, speciali abiti da indossare, o appartenere ad una religione, poichè ogni cosa è considerata sacra, e perciò qualsiasi ruolo si occupi nella società dovrà avere come obiettivo il rispetto per la sacralità della vita che viene considerata una opportunità troppo grande per sprecarla in futilità,
Questo convincimento condurrà certamente ad una maggiore coscienza della individualità e a comportamenti più consoni ad esseri evoluti spiritualmente, come il rispetto per l’ambiente, per ogni forma di esistenza e soprattutto comprensione per i propri simili, tutti ristretti nei condizionamenti esistenziali biologici e psicologici, dei quali ci si dovrà pian-piano liberare per ottenere una libertà dell’essere che condurrà inequivocabilmente ad un mondo migliore. Utopia ? Follia ? o sarà la realtà del terzo millennio ?



[E. G.1]

venerdì 21 dicembre 2007

curiosità archeologiche


All’interno della grande piramide d’Egitto (Keope) c’è l’oscurità più completa.
E’ da escludere l’uso di torce, da parte dei suoi frequentatori, non essendoci tracce di aloni sui muri.
Al suo interno ci sono scale, cunicoli, antri, sale. Una costruzione quindi molto elaborata nella quale ci si muoveva attraverso percorsi lunghi e tortuosi che fanno pensare alla presenza di molte persone, vi sono perfino sedili.
Il sarcofago in un unico blocco di granito, non è stato trasportato attraverso i bassi e stretti corridoi ma è stato costruito in loco, in corrispondenza della 17^ fila, nella camera del Re.
Non ha coperchio e non ha certo le caratteristiche di un sepolcro.
Barbarin, Peladan, Piantanida sostengono che la piramide era un tempio iniziatico.
Osho afferma che chi entrava nella piramide utilizzava la luce del corpo: “quando si sperimenta il proprio fuoco interiore, il corpo inizia a emettere una luminosità. La radiazione di quella luce interiore mostra il cammino”.
Schurè sostiene che nella camera del Re si compiva l’ultima iniziazione da parte degli Ierofanti “il viaggio astrale”, l’iniziazione della morte, conclusiva dei “Grandi Misteri”.
Alcuni scienziati e astronomi ritengono che sia un libro di pietra ricco di informazioni astronomiche e profetiche, lasciato alle future generazioni che sapranno leggervi i contenuti, realizzato per rappresentare sulla terra ciò che in cielo è configurato dalla costellazione di Orione, che ha la stessa linea di demarcazione delle tre piramidi :Keope, Kefren, Micerino.
Tutta la piana di Giza non sarebbe altro che la rappresentazione ideografica del cielo.
Dai due condotti che si dipartono dalla camera del re verso Orione e Sirio, l’anima raggiungeva la sua dimora celeste.
Una curiosità: la grande galleria ha una lunghezza al soffitto, di 153 piedi;
lo stesso numero si ottiene sommando tutti i numeri da 1 a 17 (diciassettesima fila) che nella scala da 1/100 è uguale a 1700 pollici, l’altezza della piramide, dalla linea di base sino alla 50^ fila, sul piano della quale è calcolabile il circuito di precessione (Habermann).
Dalla 50^ fila, poi, alla cima, ci sono altre 153 file, e i 918 giorni del ministero di Gesù dal battesimo alla Pasqua è composto di sei periodi di 153 giorni, numero simbolico uguale ai 153 pesci della pesca miracolosa dell’epilogo di Gesù . (Giov.21,14).
La piramide si trova inoltre su un cerchio virtuale che divide il globo in due emisferi, tali da considerare il sito il centro del mondo. Sullo stesso cerchio sono situati altre località mitiche e misteriose, come l’isola di Pasqua, Cuzco, il tempio di Angkor, il triangolo delle Bermuda, la città sepolta di Moenjo Dharo, da supporre un unico progetto voluto da una civiltà evoluta (Atlantide ?) che considerava questo cerchio un cordone ombelicale e Giza l’ombelico del mondo.
Questi luoghi emanavano flussi d’energia alla stessa stregua di una postazione di antenne. Un enorme campo magnetico terrestre, in grado di promuovere l’evoluzione spirituale e conservare la energia di cui erano carichi.
Se in un modello in scala di una piramide si conserva mezza mela, la stessa non marcirà, mentre l’altra metà rimasta fuori per lo stesso tempo risulter avariata.
Si riportano alcune misure per la costruzione in scala di una piramide, per una verifica personale :
10 cm. altezza; 15,70 cm. base ; 14,94 lati.
30 cm. altezza; 47,12 cm. base ; 44,83 lati.
60 cm. altezza; 94,24 cm. base; 89,67 lati.
90 cm. altezza; 141,37 cm. base; 134,51 lati
100 cm altezza; 157,08 cm. base; 149,46 lati
Tutankamon

Gli scopritori della tomba del Faraone Tutankamon, furono inesorabilmente colpiti da una serie di sciagure.
Tre settimane dopo aver varcato la soglia della tomba reale, Lord Carnavon venne punto da una zanzara e contrasse una infezione del sangue che lo condusse alla morte. Nello stesso momento, tutte le luci dell’albergo in cui era ospite, si spensero di colpo.
Due anni dopo, l’archeologo che aveva guidato la spedizione, venne inspiegabilmente trovato morto nella sua casa di Londra. Tre mesi dopo morì anche suo padre, gettandosi dalla finestra. L’egittologo che aveva rivelato il sito della tomba Arthur Weigall, morì improvvisamente di un morbo sconosciuto, seguito da un suo collega, Archibald Douglas Reid, vittima di una morte violenta, mentre stava fotografando una mummia.
Fu poi la volta del Prof. Mace Derry, il medico che eseguì l’autopsia della mummia di Tutankamon.
Il fratello di Lord Carnavon, Herbert si suicidò senza motivi precisi.
Lady Elisabeth Carnavon, moglie dello sfortunato scopritore, morì anch’essa vittima della puntura di un insetto.
Altre vittime, furono contate anche tra gli operai che parteciparono agli scavi.
Unico superstite fu Howard Carter, il vero artefice del ritrovamento, protetto da un potentissimo talismano, regalatogli dallo sceicco Abu Shrump.
Un Adepto Ra-Mak-Hotep, così spiegò l’arcano al giornalista Paul Branton, in un incontro in Egitto: “La profanazione delle tombe dell’antico Egitto, protette da poteri spiritici potenti, causerà gravi malanni , non solo agli esecutori materiali, ma al mondo intero.
Spiriti elementali artificialmente creati, con la magia, sono stati posti a guardia dei sepolcri. La loro influenza nefasta è grande e potente, e ogni tomba scoperchiata, sprigiona una corrente di entità spiritiche nocive e perverse, che arrecano disgrazie e disastri”.



Sibilla Cumana



I costruttori dell’antro della Sibilla Cumana, hanno espresso nella forma esteriore, l’esperienza della coscienza di sé. L’ambulacro conserva vari ambienti, l’ultimo dei quali è una sala rettangolare che introduce ad un vestibolo con tre celle a croce, dove si vuole che la Sibilla vaticinasse i suoi oracoli.
La croce latina rappresenta nella sua linea orizzontale, il tempo ed in quella verticale, l’eternità.
Il punto di incontro tra le due è il presente, ed in quel magico spazio, se si sussurra una qualsiasi vibrazione gutturale, la sua eco è in grado di invadere in modo potente e travolgente tutto l’essere, espandendosi intorno ( Così, intona la Sibilla… dal fondo dell’antro sacro e il luogo ne rimbomba – Eneide lib.VI)
L’antro oscuro, prosegue in un buio corridoio, inframmezzato da squarci di luce intensa, per terminare in uno sfondo di accecante luce bianca, che è l’essenza intima di ogni essere.
La percezione visiva che si rivela negli stati meditativi, è analoga a tale realizzazione architettonica, evidentemente ben conosciuta dai costruttori nella sua rappresentatività, che poteva essere utilizzata analogicamente come stimolo alla percezione interiore, che dal buio conduce alla luce.
Il tunnel buio è la condizione umana, ma se si percorre la strada esterna in salita, si giunge al tempio di Mercurio, messaggero e tramite tra Dio e l’uomo, per giungere infine, più in alto, circondati da profumi di mirto, al tempio di Giove, luogo della condizione divina, appannaggio della “pizia”, che si esprimeva attraverso ambigui e criptici responsi, scritti su foglie di palma, consultabili soltanto dal gran sacerdote preposto alla loro interpretazione solo in occasioni di estrema gravità.
Si tratta di un percorso iniziatico, che attraverso il mnemonico attraversamento delle tenebre del proprio inconscio (la fetida palude), “dove risiedono la paura, il rimorso, la vecchiaia, la malattia e la morte”, consente di raggiungere “le fiorenti selve dei Campi Elisi”.





curiosità religiose







Trinità

Il concetto del tre in uno è diffuso in tutte le tradizioni misteriche.
La Trinità appare come il principio fondamentale di ogni concepibile struttura.
Gli antichi egizi distinguevano: Khat il corpo, Ka la copia invisibile, e Kou l’intelligenza.
Gli Indù ritrovano i tre elementi: Rupa, Kamarupa e Atma nei tre guna Tamas, Rajas e Sattva.
I buddisti li identificano nei tre Kaia : Nirmanha Kaia, corpo di incarnazione; Sambhoga Kaia, riflesso; Dharma Kaia, essenza divina.
Il Cristianesimo: Dio Padre, intelligenza prima della crazione (OM); il Figlio, intelligenza nella creazione (TAT); lo Spirito Santo, vibrazione intelligente (SAT).
I cabalisti : Couph il corpo; Nephesh, l’astrale; Nesehamah, lo spirito puro.
I cinesi: Xuong, Khi (l’energia) e Wun.
La psicanalisi parla di corpo, coscienza e inconscio.
Paracelso indica il sale, lo zolfo e il mercurio intendendo non le sostanze, ma ciò che esse rappresentano: il solubile, il combustibile, il fluido.
Questa trilogia può continuare all’infinito, nella considerazione che due cose opposte, hanno sempre un punto in comune che agisce tra loro da catalizzatore, e che non sono quindi altro che gradi differenti della medesima cosa:
luce, ombra, penombra ;
positivo, neutro, negativo;
solido, liquido, gassoso ;
caldo, tiepido, freddo – ecc.
Ma la più emblematica suddivisione è quella delle tre “M” : Matematica, Musica, Meditazione.
Il cervello ha due emisferi, quello sinistro sede del calcolo, della logica e quello destro sede della musica, della poesia, dell’amore.
Esiste una terza dimensione, invisibile, quella del mistico, raggiungibile attraverso la meditazione. Si possono riconoscere lo scienziato e l’artista, perché il loro lavoro è esteriore, ma non il mistico, il cui lavoro è interiore.
In India si venera il punto (preyag), dove si incontrano tre fiumi: il Gange, lo Yamuna e l’invisibile Saraswati.
Non è altro che una metafora, che rappresenta simbolicamente quelle tre realtà: la Matematica, la Musica e la Meditazione (il fiume invisibile).
Questa è la vera Trimurti, la Trinità assoluta, la sintesi di tutto ciò che è.

Icone


La produzione di alcune icòne bizantine serviva da supporto per il risveglio di centri sottili psichici.
Il monaco si sottoponeva a 40 giorni di penitenza, preghiera, esercizi ascetici e digiuni per raggiungere la condizione necessaria a ricevere la tavola sulla quale dipingere la Madonna con il Bambino.
La sacra tavola di tiglio, purificata dai riti , caricata d’energia veniva consacrata con trattamenti liturgici speciali.
La sua superficie riceveva diversi strati induriti di materia organica, nella quale si incorporavano le sante ossa triturate di qualche venerabile.
Veniva poi piallata e raschiata in modo da renderla bombata.
I colori a tempera erano consacrati e custoditi religiosamente.
Il colore oro, simboleggiava la divinità e la sua sovrabbondanza, era il primo ad essere steso sulla tavola, quando il monaco percepiva se stesso interiormente come oro, respirando l’oro in forma eterea.
La tunica della Vergine doveva essere di un colore azzurro intenso, simbolo della verità celeste. Il manto color porpora simbolo dell’amore di Dio.
La camiciola del Bambino candida come la neve, dopo aver respirato la luce del bianco fino a sentirsi tutto bianco, come le vesti di Gesù nella trasfigurazione (Mt. 17,2).
Ogni operazione si faceva in coincidenza delle fasi della luna.



peccato

Il “peccato” – (pan-taka - tutte le macchie), è il ritorno a stati ancestrali di coscienza.
Esso è la causa della malattia e della morte : ci sono microbi e virus, ma essi non possono far nulla all’uomo santo. Questi sono dentro di noi e attorno a noi, ma è il peccato che prepara il terreno di cultura a batteri e virus. (G.G.Visvadar).
Non solo, ma una disubbidienza alla “legge” produce i medesimi guasti anche e soprattutto alle persone che ci sono care (per il malanno sessuale, veniamo sulla terra, per lo stesso morbo andiamo alla morte, per esso facciamo morire i nostri genitori: Milarepa).
Una nostra azione di penitenza o di delinquenza – (deliquio: scendere in basso) ha immediata influenza sul nostro corpo, sul nostro ambiente, sui nostri cari, sulla terra e sul cosmo.(Osho)
L’inconsapevolezza è la sorgente del peccato e “il peccato originale” è la dimenticanza di sé. L’uomo si è perso. Per riguadagnare la vita deve ritornare a casa. La sua natura è autoperfezionata, pura fin dall’inizio (C.G.Trungpa).
L’individuo è il solo responsabile delle sue azioni passate e presenti, e soltanto colui che comprende i propri errori può riscattarli, attuando un consapevole processo di redenzione.
Di fatto riconoscere consapevolmente di essere un peccatore, a causa dell’inconsapevolezza e dell’ignoranza è già una trasformazione, e questa stessa realizzazione “perdona”.
Poiché tuttavia è praticamente impossibile cancellare tutti gli sbagli commessi, in quanto l’intero ambito è immenso, l’unica possibilità è abbandonarsi, arrendersi e pentirsi.
La parola pentimento in aramaico “teshuvah” significa tornare. (tornare all’essere originario), ma anche risposta. Tornare a Dio è una risposta a Lui. Non solo l’uomo è alla ricerca di Dio, anche Dio è alla ricerca dell’uomo. L’esistenza è una straordinaria storia d’amore.
Questa è la chiave segreta che Cristo ha rivelato all’uomo: “Misericordia voglio, non sacrificio”.
Non occorre alcuna conoscenza, nessuna tecnica o pratica esoterica. Basta essere ricettivi, vulnerabili, aperti, fiduciosi, per compiere la rivoluzione dal “ fare… all’essere”.
Peccato, pentimento, perdono sono parole scomode e difficili da accettare, come difficile è l’osservanza delle leggi che sono state date agli esseri umani per conseguire il divino.
Lao-tzu chiama la legge “Tao”, i Veda la chiamano ”Rit”, i buddhisti “Dharma”, gli ebrei “Torah”.
Chi non ha alcun conflitto e vive in armonia con tutte le leggi, consegue la verità, la vita, l’estasi. Solo i Maestri sono privilegiati, (privi-lege , esentati dalla legge).
Per percorrere però la strada difficoltosa del ritorno, occorre sviluppare organi cerebrali idonei.
Tutti possiedono facoltà latenti che attendono di essere sviluppate. I semi di tali facoltà si trovano nel cervello. Coscienza, memoria, (me-morie, le mie morti) intelligenza, sono fenomeni cerebrali. La fioritura di questi semi consente la formazione di organi adatti alla percezione di realtà, altrimenti ignote. L’assenza di questi organi è assoluta e totale cecità. Gli organi mentali sono quattro : i primi due sono comuni agli animali: istinto e sentimento. Tutti gli animali nascono completi. Un cane nasce cane e tale resterà per tutta la vita. L’uomo non nasce uomo ma può diventarlo. Egli è una potenzialità. Con l’uomo finisce l’evoluzione e inizia la rivoluzione ! Il terzo organo si sviluppa solo nell’uomo più progredito : la logica. Il quarto, la chiaroveggenza, è una funzione di un organo ante-prefrontale, una sorta di terzo occhio interno, che a seconda del suo sviluppo, rivela i segni e le sindromi dei diversi livelli di preveggenza, visioni e audizioni a distanza, taumaturgia, poteri mistici. Alcuni atteggiamenti e alcune pratiche, creano le condizioni più favorevoli allo sviluppo di questi semi. L’esercizio della pazienza, della mitezza, del silenzio, stimolano un’azione attrattiva delle forze propulsive per la crescita animica. L’indulgenza, la tolleranza, l’altruismo, la fiducia, la perseveranza, l’abnegazione, accelerano il processo di acquisizione e la crescita della coscienza. Gli stati di coscienza sono quattro: sonno profondo, sogno, veglia e superveglia. Tutti sperimentano i primi tre, il quarto è raro. E’ conosciuto in parte dagli artisti es-tro e dai mistici es-tasi. Le verità religiose pertanto possono essere comprese solo tramite gli organi superiori: la chiaroveggenza ed un quinto organo, che si trova fuori del cervello e fuori anche dal sospetto della sua esistenza, nell’attuale stato di evoluzione (Sacro Cuore- Sat- Gur = Vero Maestro). Il Maestro è quindi dentro di noi e la via è l’Eva-Angelo : la via dell’Angelo.




curiostà filosofiche







Reincarnazione e karma

Se la rinascita è un obbligo, una condizione dolorosa che induce in situazioni anche peggiori rispetto alle attuali, la reincarnazione è considerata una scelta, un potere riservato ad alcuni individui meritevoli capaci di controllare la futura nascita e il karma.
Karma significa non solo l’azione pregna di conseguenze ma anche le sue ripercussioni. Secondo il karma non solo ad ogni causa segue un effetto, ma colui che scatena la causa ne subisce l’effetto. La valenza retributiva del karma obbliga perciò ad una esistenza e una felicità condizionata : (non illudetevi fratelli, tutto ciò che un uomo semina, quello egli raccoglierà” (S:Paolo) .
La dottrina della rinascita, alimenta tuttavia la falsa credenza che dopo la morte, abbia luogo un continuo passaggio individuale, in un altro corpo, come se si scartasse un vestito per indossarne un altro, e l’erronea teoria, secondo cui il principio cosciente, può incarnarsi in forme subumane (metempsicosi). La Bhagavad-gita 14,15 cita : “chi muore sotto l’influenza dell’ignoranza, rinasce nel mondo animale”.
Nessun intuito supernormale di un illuminato però ha mai avvalorato queste teorie, che sono da interpretare simbolicamente (Evans-Wentz), poiché si potrebbero in vero assumere caratteristiche fisiche e caratteriali simili all’animale a cui si corrisponde per il comportamento, ma non è possibile che un uomo rinasca come animale, sebbene è verosimile che nel corso dell’evoluzione, sia stato un animale. Nell’evoluzione non si può tornare indietro (Osho).
E’ pur vero che Buddha dice che passiamo per innumerevoli esistenze, ma dice anche che queste vite non possiedono una intrinseca realtà.
Il buddismo considera alla stregua del corpo, tutti i fattori costitutivi che costruiscono la personalità empirica, un temporaneo aggregato di pensieri, sentimenti e azioni, destinati anch’essi alla disgregazione, e nega l’esistenza di un “IO” fisso (anhatta).L’io è una creazione del karma, un’illusione ( Marcos Pallis). C’è una Realtà, ma nessun individuo permanente, nessuna personalità costante.
Tutti i fenomeni di coscienza del Sé, appartengono al falso sé, che mentre è condizionato dall’illusione della personalità, avverte dolore e piacere, pur sempre illusioni di una dimensione onirica, seppure reali per l’Ego che considera veri anche i sogni. Una esperienza psicologica concreta per l’Ego che ha costruito attorno al vero sé, attraverso la cultura, l’educazione, la religione, una corazza, una impalcatura, difficile da abbattere, che ostruisce la consapevolezza di essere una sola cosa con tutto l’universo. Solo l’abbandono del senso dell’io, conduce alla liberazione delle tensioni, che causano nascita e morte consecutivamente.
L’esistenza è paradossale. Il falso sé, vive davvero l’esperienza delle innumerevoli nascite e morti, a dispetto del vero essere che non nasce e non muore mai.
Gli individui sono vittime del proprio karma, del passato e della predestinazione, a causa dell’ignoranza (avidya), che li rende ciechi, sempre in grado tuttavia di dileguare e fugare, istantaneamente le tenebre, anche con una piccolissima e tenue fiammella di pura conoscenza.
D’altra parte la via che conduce alla libertà, passa attraverso l’osservanza di leggi inderogabili e costrittive, fatta eccezione per coloro che sono esentati dalla legge, i “privilegiati” (privi-lege).
Non solo ma una contravvenzione alla legge, produce guasti anche e soprattutto alle persone che ci sono care. Una nostra azione ha immediata influenza sul nostro corpo, sul nostro ambiente, sui nostri cari, sulla terra e sul cosmo . (G.G.Visvadar)
Predestinazione e libertà sono due poli che si condizionano reciprocamente.
Il destino (karma) si incarica con giustizia assoluta di far si che ognuno impari proprio ciò che non vuole accettare e a cui oppone la massima resistenza (Detlhefsenn ).
L’uomo inizia la sua esistenza terrena con dei carichi e delle premesse, un programma di vita che deve condurre a termine con un processo di apprendimento consapevole, ma purtroppo, molto più spesso inconsapevole e legato al dolore. Disgrazie, malattie e avversità, sono l’aspetto passivo di un processo di apprendimento non volontario, ma significativo e stimolante (il pathi patos dei Greci - apprendimento attraverso la sofferenza).
Il karma consente la progressione, col riconoscimento dei propri errori, il confronto costante delle varie situazioni e l’integrazione del passato nella propria coscienza e il dolore è la spina pungente che ci fa comprendere e rispettare la legge del dharma (sentiero della retta azione - legge).
Tutto ciò che abbiamo preso per sostanza, non è altro che ombra ! Il falso sé si dissolve, ma i suoi impulsi sopravvivono e si ricombinano in una nuova espressione di vita.
Il rapporto è paragonabile a ciò che si verifica nel caso dell’accensione di un fuoco, con un altro. Il nuovo fuoco non è quello di prima, e nemmeno assolutamente diverso (C. G. Trungpa).
Da un punto di vista assoluto la reincarnazione è in sostanza parte della creazione della mente relativa. Essa non esiste, se non come manifestazione della mente condizionata (Lama Jigmela).
Nel fenomeno della morte si estingue solo il corpo, non l’anima, ma nel fenomeno della morte totale (moksa), si estingue anche l’anima. A quel punto non si rinasce più, si diviene tutt’uno con il cosmico. La goccia si dissolve nel mare (Osho).
In definitiva nel sogno illusorio e nel desiderio di perpetuare la propria individualità, il principio cosciente, unica realtà, continua incessantemente la sua peregrinazione in innumerevoli esistenze, immagazzinando, di volta in volta, in un seme atomico (tig-lè), ricordi, esperienze, sentimenti, pensieri, emozioni, idee, che si concretizzeranno e si espanderanno in altre forme di vita, un influsso psichico (tulkù), “un’energia vagante”, come l’aria che trasporta gli odori o i lezzi, fino a che finalmente realizzerà che l’essere può vivere nell’universo senza un corpo, senza una forma, diffuso nell’intera esistenza, in assoluta libertà. Pura e semplice consapevolezza, che tuttavia possiede una propria individualità, un centro invisibile che sa di essere
Ciò che trasmigra pertanto è soltanto la consapevolezza.
Echi di teorie reincarnazionistiche si possono reperire anche nella nostra cultura religiosa, nonostante il concilio di Nicea, voluto da Costantino nel 325 d.C. ne avesse proibito il culto e l’avesse considerate eresie.
Alcuni passi del Vangelo sono rimasti immuni da interpolazioni e manipolazioni a riguardo.
In Matteo 11,14 Gesù risponde alla domanda dei discepoli di chi fosse Giovanni Battista e dice: “Egli è quell’Elia che deve venire”…Chi ha orecchi per intendere, intenda.
In realtà, c’è un’esplicita analogia tra il profeta Elia e Giovanni il Battista!
Elia va nel deserto ed è definito nel vecchio testamento “un uomo peloso con una cintura di cuoio ai fianchi “ (Re IV, 1,8).
Nel Vangelo il Battista, predica nel deserto e “ porta una veste di peli di cammello e una cintura di cuoio ai fianchi” (Mt.3,4). Un chiaro, preciso ed esplicito riferimento per riconoscere…lo stesso influsso.
Gli apostoli chiedono a Gesù, se la responsabilità della cecità del nato cieco, fosse sua o dei suoi genitori, evidenziando la conoscenza che cause pregresse possano ripercuotersi sulla presente fisicità (giov. 9,2)
E ancora a Nicodemo (Giov.3,5) con chiarezza spiega: “Chi non rinascerà,…non entrerà nel regno di Dio,…bisogna che siate rigenerati di nuovo”.
Anche la patristica, prossima ai messaggi più puri, cita spesso la rinascita delle anime : Giustino, Gerolamo, Clemente d’Alessandria (stromata), Ignazio (epistole), Origene (contra Celsum):
“E bene tenere il segreto sulla dottrina della entrata delle anime nei corpi, affinchè non venga gettata innanzi a quelli di mediocre comprensione”.
Le disuguaglianze umane sono cagionate dalla qualità delle anime e dal loro uso del libero arbitrio.
Molti pensatori occidentali , sono stati e sono fautori della reincarnazione : Socrate, Pitagora, Platone, nell’antica Grecia. Marco Aurelio, Seneca a Roma. Gli illuministi Voltaire, Goethe. Filosofi come Shopenauer, Emerson, Honorè de Balzac. Gli scrittori Dickens, Tolstoy, James Joyce, Hermann Hesse, Whitmann, Victor Hugo. Psicanalisti del valore di Carl Yung e Erik Erikson. Il biologo Huxley . Il premio Nobel Isac Singer, il poeta John Masfield. Richard Bach, autore del romanzo “Il gabbiano Jonathan Livingston”. E ancora personaggi come Mazzini, Franklin, Henry Ford, e molti altri, per citare soltanto coloro che hanno espresso il loro convincimento attraverso scritti, affermazioni o attestati ed esperienze personali.
Lo Zhoar, testo cabalistico della tradizione giudaica cita: “Le anime devono ritornare alla sostanza assoluta da cui sono emerse. Se non soddisfano questa condizione nel tempo di una vita, devono viverne una seconda e una terza, finchè non saranno idonee a ricongiungersi a Dio”.
Il poeta islamico sufi Jalalu Din Rumi scrive :

“ Morii come minerale e divenni una pianta,
morii come pianta e mi elevai ad animale,
morii come animale e fui un uomo.
Quando mai persi qualcosa morendo ? “




curiosità orientali


mahamudra



Diverse fonti accennano ad un organo che sopravvive alla morte e che non appartiene alla sfera cerebrale: “il Cuore”.
Osho dice che con la morte scompaiono sia il corpo che il cervello e che tuttavia esistono metodi per conoscere senza far uso del cervello.
G.G. Visvadar sostiene che esiste un organo che non appartiene alla sfera cerebrale, la cui sede è quella raffigurata nell’iconografia religiosa al centro del petto ed il cui simbolo è la stella di David, che è anche il simbolo dell’Anahata chakra (centro del cuore) dello Yoga.
Nel Krya Yoga tantra di Vajramala, l’energia è definita ciò che dimora “nel cuore degli uomini”.
Infine nel Bardò-Thodol (libro tibetano dei morti) è detto che l’energia mentale (sem) e l’energia vitale (lung) sono unite “nel cuore dell’uomo” in un punto atomico (tig-lè).
Nel momento della morte, l’energia vitale non ricevendo più informazioni dai sensi, si contrae e si congiunge indissolubilmente all’energia mentale innata, formando un corpo energetico che viene proiettato fuori dal corpo, il “Luz” (nocciolo) della tradizione giudaica (una particella corporea indistruttibile, alla quale l’anima rimarrebbe attaccata dopo la morte, contenente gli elementi virtuali necessari alla restaurazione).
Nel buddismo “Mente”, che in sanscrito si traduce “Citta”, significa letteralmente “Cuore”: ciò che percepisce senza richiedere un lavoro da parte del cervello.
Dunque esiste qualcosa che non appartiene al cervello e che non viene distrutto nella morte.
Ma cos’è questo Cuore , che la Bibbia definisce “intimità personale incapsulata” e che Yung chiama “inconscio”.
Patanjali parla di “percezione diretta” (partyaksha) – conoscenza pura che avviene senza l’intermediazione dei sensi.
Quella che Buddha chiama “Retta Conoscenza”, immediata, autoperfezionata, quando ancora il giudizio non è intervenuto a corrompere le “ vive percezioni della realtà così com’è”.
Per acquisire la funzione di quest’organo originario, primordiale e trascendente, perfetto fin dal principio, occorre percorrere il cammino della naturalezza e spontaneità , “mahamudra”, il più alto insegnamento del buddismo tantrico tibetano.
Una via d’amore totale (a – more = che non muore): l’apertura del cuore, nella quale il Maestro presenta al discepolo la natura del proprio spirito e gli trasmette il potere di realizzarla all’istante, introducendolo in quello stato. E’ l’esperienza ultima, un orgasmo totale con l’universo, anche se l’esperienza della realtà ultima non è affatto un’esperienza, perché colui che esperisce si è perso. C’è il conoscere, ma non chi conosce. E’ piuttosto un esperire, un processo.
Mahamudra è il canto che Tilopa dona al suo discepolo Naropa. E’ un canto, perché quando si diventa una canna di bambù vuota, le labbra divine si accostano, la canna diviene un flauto e la canzone ha inizio.
corpo astrale



corpo astrale

Partendo dalla convinzione che l’uomo, accanto al corpo fisico, possegga un corpo astrale energetico, detto “doppio” perché compenetrato nel fisico del quale conserva la stessa forma, la medicina magica ha elaborato la “terapia simpatica”, un insieme di cure e rimedi dalla parvenza stregonesca.
Il doppio è un fluido radiante e sensibile composto di pensieri, sentimenti, emozioni, vibrazioni e filamenti sottili, un seme integrato di desideri, aspirazioni ed esperienze collegato al sistema nervoso periferico, sul quale si può influire recando dolore o sollievo.
La presenza di questo spirito vitale è in ogni cellula e di conseguenza anche nelle escrezioni dell’organismo (sudore, sangue, muco, orina, feci), sulle quali agisce la medicina simpatica operando anche a distanza, trapiantando queste escrezioni in un corpo fisico animato o inanimato, le cui vibrazioni siano in rapporto di simpatia con quelle dell’ammalato.
Il trapianto nei minerali triturati produce “la polvere simpatica” ritenuta una panacea universale . Ovvero l‘operazione può avvenire amalgamando tali escrezioni con uno dei quattro elementi costitutivi dell’universo : seccandoli all’aria; bruciandoli nel fuoco; gettandoli nell’acqua corrente; sotterrandoli e seminando sopra piante che ne assorbiranno l’influsso.
Buoni risultati si ottengono anche dandoli in pasto a un animale che contrarrà il male del paziente trattato, dando in cambio il proprio vigore, oppure innestandoli in un albero, del quale beneficerà della linfa vitale e delle energie che da essa si sprigionano.
“Un’antica ricetta propone di far bollire un uovo nell’orina del paziente dopo aver fatto nove buchi nel suo guscio. In una notte di luna piena si sotterrerà in un formicaio. Quando le formiche avranno divorato l’uovo, il malato avrà riacquistato la salute”.
I Veda chiamano questo secondo corpo “linga sharira” e sostengono che quando il corpo fisico muore è questo a veicolare il principio cosciente nella nuova dimensione.
Esso ha 96 dita di lunghezza e possiede i caratteri della passività e dell’ignoranza. E’ l’anima immortale ( atman ) che lo muove.
Dalla stessa fonte derivano le leggende sui vampiri e i lupi mannari..
Quando l’uomo ha vissuto bene il cadavere astrale evapora come incenso, ma se ha vissuto nel delitto e nell’iniquità, il corpo astrale che lo trattiene prigioniero cerca ancora gli oggetti delle sue passioni e vuole attaccarsi alla vita, sfinendosi in dolorosi sforzi per tornare a vivere, dimorando nei luoghi dove compì i suoi misfatti e entrando talvolta tra i viventi che riflettono pensieri e emozioni simili. Si nutrono dei vapori del sangue. Sono i vampiri dell’anima umana, larve fluidiche, analoghe ai leucociti che riflettono i nostri sogni . (Peladan)
Il lupo mannaro non è che il corpo astrale di un uomo di cui il lupo rappresenta gli istinti selvaggi e sanguinari e che mentre il suo “fantasma” va errando per la campagna, dorme soffrendo nel suo letto e sogna di essere un vero lupo. La disposizione della gente semplice delle campagne a mettersi in comunicazione con la luce astrale, che è il mezzo delle visioni e dei sogni, consente a costoro di vedere tali apparizioni per la sovreccitazione quasi sonnambulica causata dallo spavento.
I colpi dati al lupo mannaro feriscono realmente la persona addormentata, che mai si è mossa, per congestione odica o simpatica della luce, ricettacolo delle forme. (E. Levi)
Le ossessioni diaboliche sono ferite fatte all’apparecchio nervoso dalla luce pervertita dalla volontà umana.
Noi agiamo con l’immaginazione sull’immaginazione altrui, col nostro corpo astrale su quello degli altri,in modo che per la simpatia sia di attrazione che di ossessione , ci possediamo gli uni e gli altri.



tilak e tika

Molti bramhini e molte sette indù hanno la consuetudine di applicare il “tilak” e il “tika”, rispettivamente sulla fronte dell’uomo e della donna, in un punto situato tra le sopracciglia considerato un terzo occhio interno, con un colore vermiglio o con della pasta di sandalo.
Lo scopo è di concentrare l’attenzione su quel punto, costantemente, focalizzandone la consapevolezza. Il sandalo dà una sensazione balsamica, come se un pezzo di ghiaccio fosse applicato su quel punto. E’ la stessa sensazione di pace e di fragranza che si verifica quando il centro corrispondente viene attivato (Ajna chakra). Si è perciò trovato un equivalente.
Le persone che sono sottoposte a continua pressione o che sono impegnate in pensieri e riflessioni continue, mostrano quella pressione, facilmente localizzabile sulle loro fronti. Allo stesso modo, coloro i quali hanno ricevuto una pressione simile nelle vite passate, quando nascono hanno una specie di tilak naturale, proprio laddove si trova il terzo occhio.
Se l’attenzione è fissa sul terzo occhio, la semplice immaginazione è sufficiente per creare qualsiasi fenomeno .
All’interno del nostro corpo esistono diverse aree di fragranza, collegate con i nostri pensieri e le nostre emozioni, connesse ad alcuni centri psichici (chakra), l’attivazione dei quali, per mezzo di appropriati suoni, consente la diffusione anche all’esterno della fragranza corrispondente a riprova che un fiore è sbocciato dentro.
Alcune vibrazioni sonore si armonizzano con il profumo di certi fiori o essenze.
Se si pronuncia in un certo modo il nome di Allah, a un certo punto la stanza si profuma di lobhan. Per questo nelle moschee si brucia il lobhan.
Alcuni mantra portano invece a percepire una fragranza di legno di sandalo, la cui sorgente è nell’ “ajna chakra”, il centro psichico al centro degli occhi, tra le sopracciglia (terzo occhio).
Le diverse intonazioni creano la specifica e particolare fragranza.

YOGA


Il caduceo d’Esculapio o bastone di Mercurio è la rappresentazione ideografica e simbolica del Laya yoga, nel quale due serpenti si attorcigliano attorno a un asse mediano, formando sette spire. Tre nervi principali : “Ida”, “Pingala” e “Susumna” si dipartono da un punto situato alla radice del pene (triveni). Susumna, si arrampica nello speco vertebrale (monte Meru) e raggiunta la nuca, emerge e deflette e mentre Ida e Pingala si piegano verso le narici, essa sale in alto terminando nel pericarpo centrale del cervello (sahasrara padma) “loto dai mille petali”.
Attraverso un canale sottile come la decima parte di un capello, all’interno dell’asse vertebrale (Citrini) penetra Kundalini, l’energia vitale, situata e immagazzinata nel centro sessuale, solitamente assopita alla base della spina dorsale.
Questa forza ondulatoria della natura, raffigurata nei tantra come un serpente che si morde la coda (l’uroboros alchemico), attorcigliata per tre spire e mezzo attorno a un bulbo, che ha la forma di un uovo (svajambulinga), fora i sette chakra, fino a raggiungere, il centro coronale (sahasrhara) alla sommità delle testa, dove Shjva e Shakti, le energie maschile e femminile, statiche e cataboliche (kata bios-per la vita), si incontrano, ormai indifferenziate, in una unione superfisica, donando allo Yogi, i siddi – poteri sovrannaturali e l’agognata liberazione (moksa).
I chakra, sono campi elettrici, centri dinamici potenti, assopiti fino a quando la forza vitale non li attiva, stimolando la produzione ormonale della ghiandola corrispondente. Questi centri psichici, corrispondono infatti alle sette ghiandole a secrezione interna (ghiandole della riproduzione, pancreas, surrenali, timo, tiroide, ghiandola pineale e pituitaria), e ai plessi del sistema nervoso parasimpatico della nostra fisiologia (sacrale, ipogastrico, ombelicale, cardiaco, faringeo, cavernoso, coronale). Il processo è attivato dal respiro, che contiene il prana.
Se Kundalini si sveglia ed entra in ”citrini”, man mano che sale, attiva il centro corrispondente donando allo yogi gli otto siddi o poteri sovrannaturali : Ahjma: potere di ridursi fino all’atomo; Mhajma: potere di aumentarsi di volume; Laghima: potere di levitazione; Garima: potere di smaterializzare gli oggetti; Prapti: potere di realizzare i propri desideri; Prakamya: potere di far penetrare i corpi materiali gli uni negli altri; Isita: potere di comandare a tutti gli esseri, visibili e invisibili; Vasita: potere di cambiare di forma a volontà.
I sette chakra corrispondono ai sette giorni della creazione, ai sette colori, alle sette note, ai sette sacramenti, ai sette pianeti, alle sette virtù, ai sette vizi, ai sette doni dello Spirito Santo.
Nel perineo si trova il bulbo (svajambulinga), il cui nome è Muladhara, sede dell’elemento terra, da cui originano i tre nadis suddetti. Esso ha la forma di un uovo di uccello, lungo quattro dita. Il suo colore è rosso rubino .
Lo Yogi che medita su Muladara è libero da qualunque malattia.
Più sopra si trova Svadisthana, (arancione) che rende immediatamente lo Yogi libero da tutti i suoi nemici (i nemici dell’uomo sono le sue passioni : lussuria, ira, avarizia, ozio, superbia, invidia, gelosia).
In corrispondenza dell’ombelico si trova Manipura, (giallo) sede dell’elemento fuoco, che concede il potere di distruggere e creare a volontà.
Nella regione del cuore è situato Anahata (verde), che permette la realizzazione di ogni desiderio e fa diventare lo Yogi Signore della parola. Sede dell’elemento aria, il suo simbolo è il triangolo salomonico esagonale, ed è così chiamato perché è qui che viene udito il suono sabdabrhama, che si origina in muladara, simile ad un indistinto ronzio di api e che ora si manifesta senza attriti.
All’altezza della gola stà il loto Visuddha, il cancello della grande liberazione. Qui lo Yogi è libero dal dolore e dalla sofferenza, acquista longevità e salute. Non desidera più nulla ed è per sempre costante, coraggioso, buono e puro. Il suo colore è grigio azzurro)
E’ capace di vedere i tre tempi : passato, presente e futuro.
Tra le sopracciglia e alla radice del naso si trova Ajna,, bianco splendente (il terzo occhio), dentro il quale dimora la mente sottile (manas). Lo Yogi, il quale tiene costantemente fissa la sua mente su questo loto e il suo respiro fermo in kumbaka,(assenza di respiro) acquista onniscienza e onniveggenza.
Sopra tutti, regna Shasrarha Padma, luminoso e bianco, con filamenti dorati. Qui dimora il dio Pramashjvas, il Brama, l’Atman di tutti gli esseri.
Colui che ha dominato la sua mente e conosce questo loto, non nasce più nel samsara, e acquista la liberazione finale (moksa)..
Il tridente rituale che gli yogin tantrici dello shivaismo kashmiriano portano con se (trysula) sta anche a simbolizzare le tre correnti principali dello yoga segreto, che si incontrano alla radice del pene (triveni).
I tre nervi principali (gli Atharva Veda ne contano 72.000) sono anche rappresentati dai tre fiumi sacri indiani: Yamuna, Saraswati (invisibile) e Ganga.
Per questa ragione nel luogo fisico dove effettivamente questi tre fiumi s’incontrano (preyag), ad Allhahabhad, si tiene ogni 12 anni, in corrispondenza di una congiunzione astrale, quando Giove entra nella costellazione dell’ Acquario, una festa mistica, il Maha Kumba Mela.
Da migliaia di anni i mistici orientali sostengono che gli ormoni secreti dalle ghiandole regolano tutte le funzioni del corpo, compreso il processo di invecchiamento.
La ghiandola pituitaria, inizia a produrre un “ormone della morte”, durante la pubertà, che interferisce con l’abilità delle cellule di utilizzare ormoni benefici, come quello della crescita. Di conseguenza organi e cellule, a poco a poco, si deteriorano e muoiono.
Lo squilibrio ormonale, influisce sui sette centri e viceversa. Questo fiume di energia, circola dentro e intorno al corpo, rinvigorendo o svilendo la struttura corporea.
I seguaci di questa tecnica, solitamente, non dimostrano più di 40 anni, indipendentemente dalla loro imprecisata età, hanno fluenti capigliature, denti sanissimi, corpi vigorosi, resistono al caldo e al freddo, dimorando in grotte che trasudano umidità senza ammalarsi, sono longevi e possiedono poteri straordinari che appaiono sovrannaturali, ma che sono il prodotto di lunghe e difficoltose pratiche, tese ad impadronirsi del proprio corpo, scrigno dello spirito universale, imprigionato in un inconsapevole automatismo, che impedisce la liberazione (moksa) unico scopo dell’esistenza ciclica.
Kundalini, chakra e nadis non appartengono alla fisiologia e all’anatomia, ma ad un corpo sottile, energetico, composto di sentimenti, emozioni, vibrazioni e filamenti sottili, una sorta di secondo corpo compenetrato al fisico (linga sharira).
Esso ha la stessa forma del corpo fisico, nel quale è compenetrato e quando il corpo fisico muore, questo corpo eterico che è come fumo condensato, veicola il principio cosciente per altri 13 giorni.
Questo secondo corpo ha il carattere della passività e dell’ignoranza. E’ Atma , l’anima suprema che lo muove. Ha 96 dita di lunghezza. Il rapimento estatico ha l’effetto di ridurlo e concentrarlo al centro del corpo tra l’ano e l’uretra in un triangolo brillante come l’oro fuso.
Nel momento della morte l’energia che è estesa e diffusa nel corpo si contrae, ritorna al suo nucleo, torna ad essere un seme, un atomo, pronto per un nuovo viaggio…!
Pratica : si esegue un pranayama completo per tre volte (inspirazione-sospensione-espirazione);
si invia il prana al chakra basale e in assenza di respiro si eseguono i tre banda: jalhandhara, uddyana, mula banda) – il primo contraendo i muscoli del collo, con il mento sullo sterno; il secondo contraendo lo stomaco verso la colonna vertebrale; l’altro contraendo i muscoli dello sfintere anale e di tutto l’apparato pelvico. Un brivido percorrerà nella spina dorsale a significare che kunudalini ha ricevuto “l’avviso”. Il respiro va trattenuto in loco per il tempo utile ad attivare un processo di pulizia che si ottiene facendo roteare il prana in senso orario attorno al chakra per poi espellerlo con una espirazione che eliminerà tossine, negatività e quant’altro.
La stessa operazione andrà eseguita su ciascun altro chakra salendo come in una scala a pioli fino al centro tra le sopracciglia dove il prana confluirà da dietro l’occipite fino alla radice del naso, tra gli occhi che osserveranno un cerchio bianco splendente.
Infine dal chakra coronale si sprigionerà una pioggia di nettare che purificherà tutto il corpo.