Informazioni personali

La mia foto
sessa aurunca, caserta, Italy
kumba mela

il Baba e il Tantrika

il Baba e il Tantrika
memorie indiane

Guru shjvaita

Guru shjvaita
memorie indiane

venerdì 21 dicembre 2007

curiosità archeologiche


All’interno della grande piramide d’Egitto (Keope) c’è l’oscurità più completa.
E’ da escludere l’uso di torce, da parte dei suoi frequentatori, non essendoci tracce di aloni sui muri.
Al suo interno ci sono scale, cunicoli, antri, sale. Una costruzione quindi molto elaborata nella quale ci si muoveva attraverso percorsi lunghi e tortuosi che fanno pensare alla presenza di molte persone, vi sono perfino sedili.
Il sarcofago in un unico blocco di granito, non è stato trasportato attraverso i bassi e stretti corridoi ma è stato costruito in loco, in corrispondenza della 17^ fila, nella camera del Re.
Non ha coperchio e non ha certo le caratteristiche di un sepolcro.
Barbarin, Peladan, Piantanida sostengono che la piramide era un tempio iniziatico.
Osho afferma che chi entrava nella piramide utilizzava la luce del corpo: “quando si sperimenta il proprio fuoco interiore, il corpo inizia a emettere una luminosità. La radiazione di quella luce interiore mostra il cammino”.
Schurè sostiene che nella camera del Re si compiva l’ultima iniziazione da parte degli Ierofanti “il viaggio astrale”, l’iniziazione della morte, conclusiva dei “Grandi Misteri”.
Alcuni scienziati e astronomi ritengono che sia un libro di pietra ricco di informazioni astronomiche e profetiche, lasciato alle future generazioni che sapranno leggervi i contenuti, realizzato per rappresentare sulla terra ciò che in cielo è configurato dalla costellazione di Orione, che ha la stessa linea di demarcazione delle tre piramidi :Keope, Kefren, Micerino.
Tutta la piana di Giza non sarebbe altro che la rappresentazione ideografica del cielo.
Dai due condotti che si dipartono dalla camera del re verso Orione e Sirio, l’anima raggiungeva la sua dimora celeste.
Una curiosità: la grande galleria ha una lunghezza al soffitto, di 153 piedi;
lo stesso numero si ottiene sommando tutti i numeri da 1 a 17 (diciassettesima fila) che nella scala da 1/100 è uguale a 1700 pollici, l’altezza della piramide, dalla linea di base sino alla 50^ fila, sul piano della quale è calcolabile il circuito di precessione (Habermann).
Dalla 50^ fila, poi, alla cima, ci sono altre 153 file, e i 918 giorni del ministero di Gesù dal battesimo alla Pasqua è composto di sei periodi di 153 giorni, numero simbolico uguale ai 153 pesci della pesca miracolosa dell’epilogo di Gesù . (Giov.21,14).
La piramide si trova inoltre su un cerchio virtuale che divide il globo in due emisferi, tali da considerare il sito il centro del mondo. Sullo stesso cerchio sono situati altre località mitiche e misteriose, come l’isola di Pasqua, Cuzco, il tempio di Angkor, il triangolo delle Bermuda, la città sepolta di Moenjo Dharo, da supporre un unico progetto voluto da una civiltà evoluta (Atlantide ?) che considerava questo cerchio un cordone ombelicale e Giza l’ombelico del mondo.
Questi luoghi emanavano flussi d’energia alla stessa stregua di una postazione di antenne. Un enorme campo magnetico terrestre, in grado di promuovere l’evoluzione spirituale e conservare la energia di cui erano carichi.
Se in un modello in scala di una piramide si conserva mezza mela, la stessa non marcirà, mentre l’altra metà rimasta fuori per lo stesso tempo risulter avariata.
Si riportano alcune misure per la costruzione in scala di una piramide, per una verifica personale :
10 cm. altezza; 15,70 cm. base ; 14,94 lati.
30 cm. altezza; 47,12 cm. base ; 44,83 lati.
60 cm. altezza; 94,24 cm. base; 89,67 lati.
90 cm. altezza; 141,37 cm. base; 134,51 lati
100 cm altezza; 157,08 cm. base; 149,46 lati
Tutankamon

Gli scopritori della tomba del Faraone Tutankamon, furono inesorabilmente colpiti da una serie di sciagure.
Tre settimane dopo aver varcato la soglia della tomba reale, Lord Carnavon venne punto da una zanzara e contrasse una infezione del sangue che lo condusse alla morte. Nello stesso momento, tutte le luci dell’albergo in cui era ospite, si spensero di colpo.
Due anni dopo, l’archeologo che aveva guidato la spedizione, venne inspiegabilmente trovato morto nella sua casa di Londra. Tre mesi dopo morì anche suo padre, gettandosi dalla finestra. L’egittologo che aveva rivelato il sito della tomba Arthur Weigall, morì improvvisamente di un morbo sconosciuto, seguito da un suo collega, Archibald Douglas Reid, vittima di una morte violenta, mentre stava fotografando una mummia.
Fu poi la volta del Prof. Mace Derry, il medico che eseguì l’autopsia della mummia di Tutankamon.
Il fratello di Lord Carnavon, Herbert si suicidò senza motivi precisi.
Lady Elisabeth Carnavon, moglie dello sfortunato scopritore, morì anch’essa vittima della puntura di un insetto.
Altre vittime, furono contate anche tra gli operai che parteciparono agli scavi.
Unico superstite fu Howard Carter, il vero artefice del ritrovamento, protetto da un potentissimo talismano, regalatogli dallo sceicco Abu Shrump.
Un Adepto Ra-Mak-Hotep, così spiegò l’arcano al giornalista Paul Branton, in un incontro in Egitto: “La profanazione delle tombe dell’antico Egitto, protette da poteri spiritici potenti, causerà gravi malanni , non solo agli esecutori materiali, ma al mondo intero.
Spiriti elementali artificialmente creati, con la magia, sono stati posti a guardia dei sepolcri. La loro influenza nefasta è grande e potente, e ogni tomba scoperchiata, sprigiona una corrente di entità spiritiche nocive e perverse, che arrecano disgrazie e disastri”.



Sibilla Cumana



I costruttori dell’antro della Sibilla Cumana, hanno espresso nella forma esteriore, l’esperienza della coscienza di sé. L’ambulacro conserva vari ambienti, l’ultimo dei quali è una sala rettangolare che introduce ad un vestibolo con tre celle a croce, dove si vuole che la Sibilla vaticinasse i suoi oracoli.
La croce latina rappresenta nella sua linea orizzontale, il tempo ed in quella verticale, l’eternità.
Il punto di incontro tra le due è il presente, ed in quel magico spazio, se si sussurra una qualsiasi vibrazione gutturale, la sua eco è in grado di invadere in modo potente e travolgente tutto l’essere, espandendosi intorno ( Così, intona la Sibilla… dal fondo dell’antro sacro e il luogo ne rimbomba – Eneide lib.VI)
L’antro oscuro, prosegue in un buio corridoio, inframmezzato da squarci di luce intensa, per terminare in uno sfondo di accecante luce bianca, che è l’essenza intima di ogni essere.
La percezione visiva che si rivela negli stati meditativi, è analoga a tale realizzazione architettonica, evidentemente ben conosciuta dai costruttori nella sua rappresentatività, che poteva essere utilizzata analogicamente come stimolo alla percezione interiore, che dal buio conduce alla luce.
Il tunnel buio è la condizione umana, ma se si percorre la strada esterna in salita, si giunge al tempio di Mercurio, messaggero e tramite tra Dio e l’uomo, per giungere infine, più in alto, circondati da profumi di mirto, al tempio di Giove, luogo della condizione divina, appannaggio della “pizia”, che si esprimeva attraverso ambigui e criptici responsi, scritti su foglie di palma, consultabili soltanto dal gran sacerdote preposto alla loro interpretazione solo in occasioni di estrema gravità.
Si tratta di un percorso iniziatico, che attraverso il mnemonico attraversamento delle tenebre del proprio inconscio (la fetida palude), “dove risiedono la paura, il rimorso, la vecchiaia, la malattia e la morte”, consente di raggiungere “le fiorenti selve dei Campi Elisi”.





Nessun commento:

Posta un commento