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il Baba e il Tantrika

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memorie indiane

Guru shjvaita

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memorie indiane

martedì 12 febbraio 2008

Presentazione

Questo è un messaggio per tutti coloro che vogliono realizzare la propria interiorità, ne sentono l’esigenza e si rammaricano degli insuccessi nonostante letture, pratiche, incontri e buoni propositi ma non si arrendono perché avvertono un perenne disagio esistenziale.
Gli altri che vivono una vita superficiale e dispersiva, ma meno conflittuale e impegnata se ne vorranno astenere doverosamente.
Si crede di poter colmare vuoti e carenze con esoteriche soluzioni ovvero esotiche formule compensatorie , ma dice Osho :
“Non c’è altra vita che questa vita normale. Poiché gli uomini sono incapaci di vivere questa vita normale si inventano le cose esoteriche. Il mistero è qui, il mistero è negli alberi, nelle rocce, negli uccelli, nelle persone, in te, in me, nel cantare, nel danzare, il mistero è nell’amore, il mistero è nella preghiera ! La vita normale diventa straordinaria se la vivi totalmente, pienamente, intensamente, evita ogni esoterismo “

Da oltre un trentennio ho indagato su magia, cabala, medianità, ipnotismo, buddismo tibetano, psicologia esoterica, yoga (krya; dzog-chen), forse perché ho sempre percepito una dimensione più allargata della mente, condizionata da pregiudizi e ideologie, dall’educazione, dall’ambiente e ancor più da falsi moralismi pseudo-religiosi.
Ho viaggiato in oriente e incontrato maestri che mi hanno iniziato a pratiche meditative. Ho conosciuto Baba e Guru, Sadu e Rishi, sannyasin e discepoli ma quasi mai nessuno in grado di trasformare nella quotidianità il proprio orgoglio, l’egoismo, la superbia, la competitività, la prevaricazione, l’ambizione, la rabbia, l’avidità in comprensione, tolleranza, mitezza, compassione, amorevolezza, attraverso l’abnegazione di sé che tutti proclamano a gran voce ma che nessuno applica in concreto.
C’è qualcosa che non funziona !
Allora mi piace condividere alcune sintetiche considerazioni con chi si dibatte in una funzionale ma sterile ricerca, invece di utilizzare ciò che ha già per ottenere…ciò che non ha, ovvero per essere diverso da ciò che è !
Senza alcuna presunzione di legittimità il mio intento è di coinvolgere il maggior numero di eventuali fruitori, in un momento storico di estremo degrado dei valori essenziali: l’altruismo, la solidarietà, la lealtà, la spontaneità che tuttavia non si possono esprimere se non si tenta prima di risolvere le proprie carenze affettive e psicologiche, causa anche di malanni fisici, in una concreta possibilità di crescita e appagamento di ogni istanza.
Si pone una domanda : perché dovremmo sforzarci di trovare un metodo, una tecnica, una disciplina di vita che debba necessariamente trasformare il modo consueto di vivere piuttosto che godere di tutto ciò di cui disponiamo semplicemente senza alcuna complicazione ?
La risposta è che Epicuro è il portico del palazzo, ma Buddha è il palazzo stesso, la centratura, la realizzazione dell’essere umano che può finalmente chiamarsi UOMO.
L’uomo non nasce Uomo, ma può diventarlo. E’ un seme, una potenzialità che ha l’opportunità di evolversi, di crescere, di raggiungere vette inimmaginabili e produrre supreme trasformazioni .
I semi di tali facoltà latenti sono custoditi nelle coppie di geni e possono trasferirsi nei figli o ultrasvilupparsi nel cervello consentendo la formazione di organi adatti alla percezione di una realtà, altrimenti ignota.
Il funzionamento sincronico dei due emisferi cerebrali, la parte intuitiva e quella razionale, il maschile e il femminile è il corrispondente fisico di ciò che in oriente viene definito “illuminazione”. Il dio Shjva è “Ardhanirsvar” maschio e femmina, la “unio mistica”.
Similmente il termine Elohim di solito tradotto Dio- Alhim in ebraico è composto dal femminile singolare Alh e dal maschile plurale Im ed esprime l’unità dei principi maschile e femminile.

L'intellegenza, la chiarezza e l'azione sono la parte maschile. Essere totalmente raccolti , ricettivi e aperti sono la parte femminile. Entrambe sono necessarie : l'animus e l'anima.


Considerazioni …“alfabetizzate”


a) L’essere umano possiede facoltà latenti, che attendono di essere sviluppate. I semi di tali facoltà si trovano nel cervello. Solo l’uomo ha la possibilità di scegliere e deciderne la fioritura. Un cane nasce cane e tale resterà per tutta la vita, morendo… come un cane !
b) Gli insegnamenti orientali in particolare contengono porzioni di verità talvolta di difficile acquisizione per la impraticabilità di alcuni metodi affatto adeguati alla nostra cultura e al nostro stile di vita occidentale, per la attuazione dei quali occorrono peraltro periodi prolungati che penalizzano la preziosità del tempo.
c) L’ampia produzione libraria del settore è quasi sempre commerciale, strumentale e superficiale, poco incline a favorire lo sviluppo delle effettive potenzialità attraverso le informazioni contenute, di sicuro e avvincente coinvolgimento ma tuttavia inutilizzabili.
d) Molti si inoltrano in questo arduo e irto sentiero, spinti da paure, insicurezze, insoddisfazioni, delusioni, angosce, frustrazioni, lo seguono, ma rimangono tuttavia incapaci di trasformare il carattere, continuando a persistere in un bieco egoismo, affermazioni personali, orgoglio, ideologie, pregiudizi, errori.
e) Padre Zappato impera : si predica bene e si razzola male ! tante parole quasi mai confermate e supportate da azioni e fatti concreti ! regnano sovrane la superficialità e l’inconsapevolezza .
f) L’esaltazione e la convinzione di possedere una verità si risolvono in un “trip” che induce piuttosto ad una astrazione dalla realtà e alla totale inconsapevolezza di un presente concreto e insostituibile proiettando piuttosto la mente in futuristici, inesistenti e irrealizzabili stati esistenziali.
g) Non c’è limite all’immaginazione : kundalini che sale, chakra che si aprono, realizzazione di poteri, apparizioni e così sfugge il canto degli uccelli, la poesia di un fiore, il sorriso di un bambino, un abbraccio d’amore, la sfolgorante bellezza di un tramonto, la danza del vento tra gli alberi, la semplice e diretta sintonia con la vita “così com’è” ..
h) Molte pratiche colorate di esoterismo, di attraenti e alienanti visualizzazioni, di soporifere cantilene, di presenze salvifiche e affascinanti prospettive si concretizzano quasi tutte, con il loro alto potere suggestivo, nell’illusione di raggiungere stati di coscienza trascendentali e possedere ciò che ci diversifica dagli altri, facendoci sentire speciali.
i) L’energia che indubbiamente possediamo (l’elan vital) non è né buona né cattiva, né positiva, nè negativa, ma la sua neutralità è orientabile a nostra scelta in una direzione o nell’altra .
j) L’unico vero progresso possibile è quindi la comprensione degli eventi umani e la trasformazione dei propri limiti dopo averli sinceramente osservati e constatati .
k) Il lavoro consiste pertanto nell’autodisciplina derivante da una onesta presa di coscienza delle implicite incapacità, quasi sempre attribuibili agli altri: genitori, amici, nemici, società, traumi, incomprensioni, ecc. piuttosto che alla mancanza di autoconsapevolezza
l) La responsabilità delle nostre fragilità e miserie non è attribuibile ad alcuno se non a noi stessi, ai nostri pensieri, alle nostre azioni, incapaci di essere in armonia con una intelligenza, una sapienza, una grazia e un rigore di natura “divina” ! (binha-chockmah ; chesed-geburah)
m) Operare nella quotidianità una costante e valida trasformazione delle nostre pulsioni, delle nostre passioni in energie d’amore soprattutto verso chi ci è vicino (prossimo) con compassione, tolleranza, mitezza, pazienza, amorevolezza, significa possedere la giusta presenza (rig-pà) e conoscenza (vidya).
n) Questa è vera forza e vero potere in grado di cambiare la realtà esterna e qualsiasi cosa a noi ostile ottenibile solo attraverso una attenta e acuta autosservazione.
o) La meditazione non è altro che osservazione di sé restando distaccati come un testimone silenzioso, guardandosi allo specchio senza prendersi più in giro e nascondersi dietro un dito, lasciando che lo specchio rifletta ogni cosa senza identificarsi con nulla perchè questa è la natura dello specchio.
p) Le comodità non sono un ostacolo e neanche il benessere. Si può meditare tranquillamente in casa propria o per strada, dovunque e costantemente, piuttosto che in una scomoda e angusta grotta, con altrettanta profondità e il benessere concede uno spazio più ampio, mentre la povertà induce a risolvere problemi esistenziali contingenti (la religione è un lusso) .
q) Non occorrono tecniche arcane e segrete ma onestà, coraggio e volontà per cambiare l’inferno dell’ignoranza in un “paradiso terrestre”.
r) Predestinazione e libero arbitrio, determinismo e libertà sono due poli che si condizionano reciprocamente nella contemporaneità come la luce e l’oscurità. Un solo attimo di consapevolezza cancella le pressanti ombre del passato (karma). L‘oscurità non esiste è solo assenza di luce. Basta una piccola fiamma di una candela per fugarla definitivamente.
s) Questo è il solo mondo possibile e questo momento è tutto ciò che abbiamo. Se lo perdiamo lo abbiamo perso per sempre irrimediabilmente .
t) L’altro mondo è una consolazione per gli infelici, per dare speranza, per rimandare a domani ciò che è disponibile ora. L’al di là è un piano immaginativo in cui le forme corrispondono e rispecchiano per risonanza il livello di coscienza raggiunto. E’ un mondo di vibrazioni, suoni, colori, non diverso dal nostro nè distante in senso spaziale, ma immanente ad esso, separato solo dalla soglia di percezione.
u) Non esistono cose nascoste e segrete perché “la lucerna non è fatta per essere celata sotto il moggio” ma per far luce a chiunque chiede (bussate e vi sarà aperto).
v) Cultura, erudizione, non equivalgono a “sapienza” (chokma) o conoscenza, ma sono soltanto strumenti per affinare la sensibilità e la comprensione, quando non inaridiscono e inorgogliscono.
w) L’illuminazione non è qualcosa di speciale : è consapevolezza in cui migliaia di fiori d’amore, di intelligenza, di verità, di pace, di silenzio crescono spontaneamente e in sintonia con tutto. Non è rinuncia, bensì condivisione, chiarezza, gratitudine, celebrazione, gioia, beatitudine (sat-chit-ananda) .
x) Realizzare significa rendere concreto l’essere reale, distruggere la maschera della personalità costruita dalla società, dall’educazione, dalla cultura, abbattere finalmente l’impalcatura dell’ego, eliminare la sofferenza e tutto il pattume accumulato.
y) Chiunque può ottenere la liberazione, così come ogni seme può diventare pianta. Occorre che il seme sia pronto a morire prima che affiori il germoglio. L’io è l’ostacolo. Se l’ego sc ompare scompaiono con esso tutti i condizionamenti. Con l’ego appartengo al mondo, senza sono libero .
z) L’essere può vivere nell’universo senza un corpo, senza forma, eppure esistere diffuso nell’intera esistenza, definitivamente libero dal corpo, dalla mente, da ogni vincolo. Pura e semplice consapevolezza che tuttavia possiede una propria individualità, un centro invisibile che sa di essere.


L’impegno quotidiano mi fa dire tuttavia che non si va in carrozza in… paradiso !
Salvatore Ceci

sabato 19 gennaio 2008

Personaggi

Bhagwan

La vita è l’unica religione, l’unico tempio, l’unica preghiera. Non evitare di pensare a ciò che è per pensare a ciò che non è: la vita è. Ovunque tu sia, lì è la meta. Smetti di cercare e troverai. Dio è ovunque, in ogni momento della vita. Dio è sinonimo di vita. Dio non è una persona , ma una presenza, un’esperienza d’amore, una qualità. Dio è in tutte le esperienze di bellezza, di gioia, di celebrazione. E’ nel verde degli alberi, nel canto degli uccelli, nel candore di una nuvola, nella notte stellata, nel sorriso di un bambino, in un abbraccio d’amore. Dio è questa totalità. Dio non lo si può adorare, ma solo sperimentare. E’ l’intero spettacolo della vita: guarda, godi, gioisci, celebra .
Esperimenta la vita in tutte le sue prospettive: buone e cattive; amare e dolci; oscure e luminose Non temere le esperienze, perché più esperienze fai, più maturerai. Fai della vita un’esperienza estetica Ricerca tutte le alternative esistenziali possibili. Non lasciarti sfuggire alcuna opportunità. Tutte le esperienze sono comunque immaginazione, sono una illusione, solo chi esperisce è reale. Concentrati sul testimone interiore. Non essere attore nel mondo ma spettatore. I vari stati di coscienza scompaiono, solo il testimone resta
Il modo in cui sei è il solo modo in cui puoi essere, accettalo, amalo e la vetta si svelerà nel tuo cuore. Non esiste alcuna meta. Tutto ciò che esiste è immediato. Il pellegrinaggio in sé è la meta. Ogni passo è la meta, ogni istante è la meta. Il domani non arriva mai; questo momento è tutto ciò che hai, se lo perdi lo hai perduto per sempre. Il presente ha il sapore dell’eternità: Qui e Ora.
Non c’è altra vita che questa vita “normale”. Poichè si è incapaci di vivere questa vita si inventano le cose esoteriche. Tutti gli insegnamenti esoterici, occulti e i cosiddetti misteri sono solo astrusità. Il mistero è qui: negli alberi, nelle rocce, negli uccelli, nelle persone, nelle relazioni, nel canto, nella danza, il mistero è nell’amore . Chi è incapace di gustare questa vita, trova degli alibi. Non sa vivere con passione, non sa vivere intensamente, non sa gioire e trova un modo per fingere.
Tutta la miseria è contenuta nell’ ego. Allorchè scopri di poter vivere nell’universo senza un corpo, né una forma, eppure esistere, diffuso nell’intera esistenza, allora sarai libero. Una libertà assoluta: libertà dal corpo, dalla mente, libertà dalla forma. Pura e semplice consapevolezza che tuttavia possiede una propria individualità, un centro invisibile che sa di essere.
Non c’è nulla di buono e di cattivo, esistono solo saggezza e sciocchezza. Se sei sciocco fai del male a te stesso e agli altri; se sei saggio non fai del male nè a te stesso nè agli altri. Non esiste il peccato, né la virtù, c’è solo la saggezza e l’ignoranza. Perciò bisogna trasformare l’ignoranza in saggezza.
Il problema non è l’azione, ma l’essere. Qualsiasi cosa tu abbia fatto, è accaduta perché eri inconsapevole. E’ accaduto in sogno. Tutti i karma sono della stessa stoffa dei sogni. Diventa consapevole e immediatamente tutti i karma si dissolvono. Basta un solo momento di consapevolezza e tutto il passato sparisce.
Essere consapevoli significa rendersi conto che si è responsabili di ogni cosa: pura e costante osservazione, comprensione, trasformazione, realizzazione.
Se si dedica il 10% all’osservazione di se stessi, il 90% dell’energia va sprecato in pensieri; se si dedica il 90% all’autosservazione, solo il 10% resta per cento pensieri; quando si è al 100%
testimoni di se stessi si attua il processo di meditazione. Attraversato lo strato di pensieri, si raggiunge il livello dei sentimenti. Ben presto si trascende la mente e il cuore. Ora il silenzio è totale, non c’è movimento… questo è l’essere. La meditazione accade quando tu sei scomparso.
Il nostro essere è già dentro di noi. Non è necessario diventare nulla, basta rendersi conto di chi si è.

Gurdijeff

Gurdjieff, mistagogo, furfante, imbonitore, scorbutico, ciarlatano, luciferino, mago, ma anche “colui che apre le porte” il Maestro incomparabile, dotato di una immensa potenza, , sostiene che :
“ a livello della creatura umana normale, qualunque sia la nobiltà dell’ambizione, la grandezza dell’avventura tentata, l’immensità delle sofferenze, l’acutezza dei sentimenti, non c’è nulla, assolutamente nulla, non c’è altro che – merdità – “
“Pochi esseri hanno un’anima. Nessuno ha un’anima dalla nascita, bisogna acquisirla. Coloro che non ci riescono muoiono. Gli atomi si disperdono e non rimane nulla”.
La civiltà, sviluppando certe facoltà dell’uomo, ne ha atrofizzate delle altre tra le più elevate. Le nostre facoltà sono raccolte attorno a tre centri : il centro intellettuale che pensa, fa piani e formula; il centro emotivo che sente, ama, odia; il centro fisico o istintivo che agisce, si muove, crea. In ciascuno di noi predomina l’uno o l’altro. Ogni pensiero, ogni sentimento, ogni azione è semplicemente un fatto meccanico scatenato da circostanze esterne. Non sono io che penso, ma qualcosa che pensa in me; non sono io che sento, ma qualcosa all’infuori di me, determina i miei sentimenti; non sono io che agisco, ma certe condizioni esterne, esigono l’azione appropriata.
Quando ci si rende conto di non avere la padronanza di sé ci si deve mettere al lavoro per armonizzare i tre centri. Solo allora si sarà responsabili. Un uomo è responsabile, una macchina no. Nell’uomo attuale l’umanità non è ancora formata.
Non si tratta di accrescere la facoltà di attenzione per essere più attivi nel commercio, negli affari sociali, nello studio o in amore, ma di impresa ben diversa : spezzare le barriere artificiali della personalità e armonizzare i vari centri mentali e fisici; cambiare le abitudini riacquistando un “centro di gravità permanente”.
Bisogna che prima la persona illusoria che scambiamo per la nostra persona reale arda e si distrugga. In tutti i campi: fisico, emotivo, intellettuale non si è mai liberi, ma identificati agli impulsi, agli umori, alle idee, quindi occorre disidentificarsi e per farlo bisogna “ osservarsi vivere”. Gli impulsi, gli umori, le idee, invece di essere frutto d’una libera scelta della coscienza sono l’espressione di meccanismi nati dall’educazione, dall’istinto, dalla cultura, dall’ereditarietà.
Armonizzando i centri , che solitamente operano in modo non sinergico si perviene alla centratura.
L’uomo è una macchina, composta di parti diverse e prive di relazioni tra loro, pertanto la trasformazione non può cominciare dalla moralità o spiritualità ma dalla meccanicità e dalla conoscenza delle leggi che la governano. Nel suo stato normale di coscienza l’uomo dorme. Ignora ciò che accade dentro di lui e attorno a lui. Tanto l’uomo numero uno: l’uomo fisico, il numero due: l’uomo emotivo, e il numero tre: l’uomo intellettuale, non può nulla, tutto gli accade, come accade la pioggia.
Ma c’è una via per acquisire una volontà cosciente e diventare l’uomo numero quattro o uomo equilibrato. La via è la conoscenza di sé o “ richiamo” attraverso la percezione consapevole delle “sensazioni”.
Quando l’uomo numero 1-2- e 3 comprende ciò che è, può acquisire un IO permanente ed una volontà libera.
Questa è la quarta via, la quarta dimensione. Si distingue dalle scuole dei fachiri (corpo) dei monaci (sentimento) e degli yogi, (intelletto) perché si integra e inserisce nella vita .
L’illusione suprema dell’uomo è la convinzione di poter fare, ma in realtà nessuno può far niente, tutto accade. Crede di amare, di odiare, di scegliere, di decidere, in realtà non può pensare, parlare, sentire, perché non possiede l’IO con la I maiuscola. Per fare bisogna “ essere” ed essere significa essere diverso da ciò che si è, rinascere (dvi-ja) :il vecchio è morto, non c’è più, il passato è sepolto; il nuovo uomo è un essere diverso totalmente nuovo, il suo IO ora è cristallizato e centrato.
Non abbiamo un io permanente ed immutabile. Ognuno dei nostri pensieri, desideri, sensazioni, ricordi, ambizioni, evoca tutto il nostro essere, ma dov’è questo tutto ?
In realtà sono mille piccoli “ io “ separati che si ignorano e che sono ostili gli uni agli altri. Diverse figure che dipendono da associazioni di idee, da un incontro, dal caldo dal freddo,, da un bicchiere di vino, da una lettura. Alcuni io sono più forti degli altri e grazie a loro si crede di essere un’unità.
Ognuno dei piccoli io si arroga il diritto di proclamarsi col nostro nome. Per esempio il mio io collerico impegna tutta la mia persona. Se faccio una scenata alla donna che mi è più cara e torturo un amore al quale altri io sono legati con tenerezza, dolcezza e serenità, quel mio io collerico parla a nome di tutti. In quel momento mi identifico con quell’io affiorato alla superficie e impegno tutti gli altri io, innocenti e fuori causa. Un piccolo io ha il potere di assumere un impegno, e poi è l’uomo intero che deve mantenerlo. Vite intere spese ad onorare impegni assunti da piccoli io accidentali.. Conoscere se stessi in questa frammentazione è un’esperienza disperata.
Il Maestro non chiede di essere buoni o intelligenti o di avere fede,domanda solo di essere, di esistere.
Voi non capire, diceva ai suoi discepoli, voi idioti completi, merda di merda, assoluta merdità.
L’uomo è costituito da due parti: essenza e personalità. L’essenza è ciò che è suo; la personalità è tutto ciò che proviene dall’esterno. Il bambino è solo essenza, ma attraverso l’educazione, la cultura, la personalità comincia a crescere oscurando l’essenza, fino ad arrestarne la crescita intorno ai sette anni. Civiltà, scienza, filosofia, arte, politica appartengono alla personalità, che trova il suo nutrimento nella immaginazione e nella menzogna.
Accade talvolta che l’essenza di un uomo muoia, mentre la personalità e il suo corpo restano vivi, lasciando un vuoto. Costoro sono cadaveri che credono di vivere.
La ricostituzione dell’essenza è il frutto del lavoro si di sé.
In oriente si conoscono mezzi attraverso cui è possibile sviluppare l‘essenza, allora ciò che è e ciò che appare parlano lingue diverse.
Certi narcotici (hascisch) hanno la proprietà di addormentare la personalità senza toccare l’essenza così idee, gusti, simpatie, antipatie, amore, odio, attaccamenti, convinzioni sentimenti vari, spariscono procurando indifferenza e una privazione di pensiero che origina un’ ampiezza di coscienza mai sperimentata prima, lasciando però a esperimento finito solo un vago ricordo di uno stato di benessere, che tuttavia, se vissuto con consapevolezza induce a conquistarlo attraverso metodi coscienti, durevoli e risolutivi un “super sforzo” o uno choc capace di annullare l’automatismo, le abitudini, la pigrizia, l’indolenza o le passioni nelle quali ci si lascia vivere
Es. : ho camminato per tutta la giornata e sono stanco. Piove e fa freddo, ma a casa la cena è pronta, fa caldo e l’atmosfera è piacevole. Invece di mettermi a tavola però esco di nuovo sotto la pioggia e decido di non rientrare prima di aver percorso ancora altri 5 km. Al mio ritorno sono più forte e determinato ma soprattutto più cosciente.
Lo choc “addizionale” destabilizza il comportamento automatico abituale con un atteggiamento diverso e insolito che deprogramma lo schema.
Es. : sono abituato a mangiare o andare a letto alla stessa ora; cambio orario oppure non mangio affatto e resto in piedi tutta la notte, “sveglio” e attento, ovvero se uno stimolo esterno produce rabbia, invece di reagire utilizzo la stessa energia per modificare l’atmosfera circostante.
L’organismo riceve tre tipi di nutrimento : cibo, aria, impressioni. Non tutti gli elementi in grado di far evolvere un uomo sono trattenuti, ma sapienti atteggiamenti di presenza durante i vari processi, consentono di assimilare quelli idonei al progresso animico, attraverso l’osservazione cosciente, l’attenzione e il “ricordo di sé”.
Prima di morire G. provocò un grave e violento incidente con la sua vettura. L’auto si distrusse completamente e i medici affermarono che non avrebbe potuto sopravvivere. Gli contarono 60 fratture in tutto il corpo eppure lo trovarono seduto sotto un albero lontano dall’auto. Fu portato all’ospedale perfettamente consapevole ed ordinò che non gli venisse fatta l’anestesia, perché voleva restare cosciente. Rimase lucido e raggiunse la vetta più alta cui può arrivare un uomo. Si separò dal corpo che diventò semplicemente un veicolo e che ora poteva usare senza essere identificato con esso. Aveva creato un metodo d’attrito (lo stesso utilizzato da Gesù sulla croce, per separare definitivamente l’essenza dall’ Ego, che va crocifisso per acquistare la Libertà dalla prigionia della ignoranza e ogni altro condizionamento).
Bennett trovò Gurdjieff in un campo per profughi a Costantinopoli, durante la rivoluzione russa, che faceva la fila per il cibo. Erano migliaia di persone, perché il cibo veniva distribuito una sola volta al giorno. Non si lavava da giorni e aveva abiti laceri e sporchi, ma Bennett lo riconobbe tra mille pur senza conoscerlo.
Gli occhi di un tale uomo non possono essere occultati neanche se confusi tra la folla: occhi travolgenti, con un impatto tremendo. Annichilivano o davano una sensazione di benessere, di salute, di potere. Bennett lo portò in occidente “regalandolo” al mondo.


RUDOLF STEINER

In ogni uomo esistono facoltà latenti per mezzo delle quali egli può acquistare conoscenze superiori. I mistici gli gnostici, i teosofi parlano spesso di un mondo delle anime che è per loro altrettanto reale quanto quello che si può vedere con gli occhi fisici e toccare con le mani.
E’ l’anima che conosce : per l’anima la venerazione, il rispetto, la devozione sono sostanze nutrienti che la rendono sana e forte.
Quanto più l’uomo progredisce nell’evoluzione della sua anima, tanto più il suo organismo animico si sviluppa. Questo si palesa come una specie di corpo indipendente dotato di determinati organi. Lo sviluppo di tali organi consente percezioni particolari. Fino a che ciò non accade il mondo spirituale resta oscuro.
Ogni percezione non supportata dalla conoscenza è sicuramente il frutto di fantasia o di deliri e in ogni caso nessuna percezione spirituale sarà possibile se non si è attivato questo corpo “eterico”, anche se talvolta per il lavoro compiuto in precedenti vite, ormai dimenticate, qualche seme spinge spontaneamente per la sua realizzazione attraverso sporadiche intuizioni e tendenze connaturate nell’animo che si manifestano quasi sempre senza essere comprese e utilizzate.
Alcuni atteggiamenti sono indispensabili per creare le condizioni necessarie per sviluppare gli organi idonei alla percezione animica. Questa autoeducazione non si manifesta in atteggiamenti esteriori grossolani, ma in trasformazioni delicate della vita del sentimento e del pensiero.
Vanno indubbiamente eliminate la collera, la paura, la superstizione e il pregiudizio, la vanità e l’ambizione, la curiosità e le chiacchiere inutili. Occorre esercitare alcune virtù, come la pazienza che esercita un’azione d’attrazione delle forze adibite allo sviluppo della vista animica. L’impazienza invece le respinge. Con la collera e l’irritazione, erigo attorno a me una barriera insormontabile. Con la mitezza si andrà ben presto formando un’altra tendenza nell’anima: l’osservazione calma di tutte le sfumature della vita dell’ambiente circostante. Il silenzio apre l’anima al mondo delle anime e lo spirito al mondo degli spiriti. La volontà e la perseveranza consentono di raggiungere tutti i traguardi.
Alcune condizioni sono anche necessarie La prima è la salute del corpo: la seconda è di essere consapevoli di essere membro della vita collettiva e perciò corresponsabile di tutto ciò che accade; la terza è sapere che i pensieri e i sentimenti hanno altrettanta importanza quanto le azioni; la quarta è relativa alla convinzione che la vera entità dell’uomo non risiede nel suo essere esteriore, ma in quello interiore; la quinta riguarda la costanza nell’esecuzione di una decisione. Ogni decisione è una forza anche se non c’è un risultato immediato, essa agisce comunque. Una sesta condizione è lo sviluppo del sentimento di riconoscenza per tutto ciò che si possiede. L’esistenza è un dono e perciò tutte le condizioni citate devono riunirsi in una settima: l’amore per tutti gli esseri e per tutta l’esistenza.
Veracità, lealtà e onestà sono forze costruttrici; menzogna, falsità e slealtà sono forze distruttrici.
L’indulgenza, l’obiettività, la tolleranza, la fiducia, la serenità nel dolore e nella gioia ed un equilibrio nella vita accelerano il processo di acquisizione. Senza l’attuazione di queste qualità, qualsiasi risultato si raggiunga rischia di deviare le energie verso il male. Si può diventare intolleranti, paurosi e assumere un atteggiamento egoistico ed ostile nei confronti della vita, pervenendo ad un degrado dell’anima che conduce alla rovina e all’annichilimento totale.
Infine le funzioni del corpo, le inclinazioni dell’anima e i pensieri e le idee dello spirito devono raggiungere un perfetto accordo tra loro. Il corpo deve essere purificato e nobilitato in modo che i suoi organi non stimolino a nulla che non serva allo spirito. L’anima non deve essere spinta a desideri e passioni che contraddicano un pensiero puro e nobile. Lo spirito deve essere libero.
Solo uno spirito libero che avrà trasformato il suo essere e che avrà attivato “l’anima”, potrà trasformare l’ambiente circostante, percepire le altre dimensioni spirituali e comunicare con loro.

venerdì 28 dicembre 2007

curiosità storiche

strana storia

Iscrizioni astrologiche risalenti alla civiltà sumera, sono state scoperte su alcune ossa databili 25.000 anni prima di Cristo, sulle quali era tracciata la rotazione lunare nell’orbita celeste.
Nei Rig-Veda si fa menzione ad una particolare posizione delle stelle che si è potuta verificare solo 90.000 anni fa.
La Grande Piramide ha c. 20.000 anni.
Nel Mahabharata, poema epico indiano di 3000 anni a.C., esistono riferimenti all’America: una delle mogli di Arjuna era messicana e in Messico vi sono antichissimi templi indù, sui quali sono scolpite effigi del dio Ganesha, la divinità indiana con la testa di elefante.
Il Mahabharata è un poema epico indiano, che descrive una guerra di circa 10.000 anni fa che distrusse tutte le cose esistenti. Quasi tutte le nazioni conosciute vi parteciparono. Fu una guerra mondiale di grandi proporzioni. Una guerra fratricida nella quale le famiglie si divisero in due parti. Morirono milioni di persone e dalle descrizioni sembra che quella gente conoscesse armi simili a quelle nucleari, tanto era catastrofico il loro effetto. Alla fine della battaglia i vincitori, i Pandawa, riconobbero che la vittoria era inutile, non c’era più nessuno su cui governare. Il paese era ridotto ad un cumulo di macerie e cadaveri, e si ritirarono sull’Himalaya.
In un sito archeologico di una città sepolta, Moenjo Dharo, nella valle dell’Indo, sono state trovate le impronte di un uomo, una donna e un bambino, che tenendosi per mano, camminavano normalmente, senza aspettarsi nulla. Sembrano essere stati investiti da un fuoco nucleare improvviso, che li ha bruciati all’istante.
Un sigillo trovato nella città di Harappa raffigura un guru in posizione yoga e data almeno 5000 anni.
Forse la storia è da riscrivere!

I Concili e stranezze cattoliche

L’imperatore Costantino convocò il primo concilio ecumenico a Nicea intorno al 337 . Egli decretò in nome della “carità cristiana”che agli schiavi che fossero stati sorpresi a rubare venisse versato piombo fuso in bocca e che i genitori in caso di bisogno potessero vendere i propri figli.
Costantino fece assassinare il figlio Crispo e la moglie Fausta facendoli affogare in acqua bollente .
Il secondo concilio venne convocato a Costantinopoli, capitale dell’impero romano da Teodosio che la chiesa chiamò “il Grande”. Teodosio gravò lo strato più indigente del popolo di pesanti imposte che estorceva con brutali torture . Fece massacrare interi villaggi e nel 390 fece uccidere nel circo di Tessalonica in un orrendo bagno di sangue 7.000 cittadini che si erano ribellati.
Il terzo concilio fu convocato ad Efeso da Teodosio II e dall’imperatore Valentiniano nel 455. Teodosio fu un tiranno estorsore ed ebbe rapporti incestuosi con la sorella Pulcheria che fece uccidere Valentiniano .
Il quarto concilio fu quello di Calcedonia nel 457 convocato da Marciano, che aveva sposato Pulcheria . Fu introdotta in questo concilio la formula tutt’ora valida della doppia natura di Gesù, umana e divina e con vari intrighi si stabilì il primato di Roma.
Il quinto concilio fu indetto a Costantinopoli dall’imperatore romano d’oriente Giustiniano (565) . Despota definito dallo storico Procopio : superbo, ipocrita, ingiusto, perfido, crudele e sanguinario.
Sancì la pena di morte per gli eretici e obbligò appartenenti ad altre fedi a battezzarsi con la forza, pena una morte orribile .
Costantino, Teodosio, Giustiniano, Pulcheria furono tutti proclamati santi.

In alcune chiese cattoliche sono rappresentate figure oscene.
Nella chiesa della Madonna del Belvedere a Gubbio, nell’entrata a destra, a fianco dello stupendo affresco del Nelli della Vergine, sono raffigurate due colonne a tortiglione con la rappresentazione di 14 posizioni di coito anormale.
Nella chiesa della S.S. Annunziata di Sulmona, nel fregio esterno vi è addirittura un’approssimazione di cunnilinguo. In un portale romanico di un’altra chiesa abbruzzese, una donna con la vulva aperta e un uomo con il fallo in erezione.
In un mosaico di Santa Maria Maggiore a Roma, una levatrice mette la mano nella vagina della Madonna per accertarne la verginità.
Una sorta di meccanismo rituale provocatorio.

mercoledì 26 dicembre 2007

curiosità alchemiche


















A Firenze all’interno di Palazzo Vecchio, si trova un vero e proprio gabinetto alchemico, ricco di informazioni esoteriche, celate da una simbologia analogica.
E’ lo studiolo di Francesco 1°dei Medici, figlio di Cosimo ed Eleonora di Toledo.
Nel piano inferiore alcune tele del Vasari, Bronzino, Marchetti, sono raccolte come teche o “file” di un prezioso schedario.
Le stesse sono porte di uno scaffale, icone, al di là delle quali sono raccolte sostanze allusive al dipinto, che esistono in natura, ma sono trasformate con l’arte spagirica.
Il primo raffigura una maga nuda (originalità della natura) che con l'’aiuto del fuoco e di un filtro ringiovanisce Esone.
Segue il giardino delle Esperidi che esprime la connessione del mondo vegetale con le sostanze alchemiche.
Nel terzo il centauro Chirone, grande sapiente, inizia Achille, che tramite l’athanor (fornello a riflessione), apprende l’arte. Chirone era metà uomo e metà cavallo.
La parola kaivalia è stata trasformata in cavallo. Chirone o Kiron in greco, equivale a Guro. Quindi Chirone era un Maestro allo stadio del kaivalin (solitudine) che è uno dei cinque gradi del Sattva: Yoga, Sidda, Kaivalin, Moksa, Chakravartin. Il mito è quindi una verità coperta da veli.
La volta è la parte nobile. Sono raffigurati i simboli dello zodiaco, chiave della trasmutazione degli elementi.
Al centro Prometeo che ha rubato il segreto del fuoco e attorno a lui le allegorie della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco. Elementi freddi e secchi, caldi e umidi che consentono di passare da uno stadio all’altro dell’essere, attraverso una alchemica trasformazione.
Da una porta pannello si accede alla camera cubica, dove sono deposte le gemme più preziose. Nella cupola sono rappresentate la Matematica, la Musica e la Mistica.
Questo è il luogo della Meditazione, dove la Mente è spinta ad oltrepassare la soglia dell’umano e si accinge ad accostarsi al Divino.
Una emblematica raffigurazione della teoria delle tre “M” : Matematica, Musica, Meditazione.
Si possono riconoscere lo scienziato e l’artista, perché il loro lavoro è esteriore, ma non il mistico, il cui lavoro è interiore, dopodiché… si può finalmente essere principi nel Mondo.
Francesco era in costante comunicazione con un altro emblematico e misterioso personaggio, Rodolfo II d’Asburgo, che a Praga coltivava come lui, la passione per l’esoterismo. Rodolfo avrebbe compiuto “la Grande Opera”.
Alla sua morte furono trovati nel suo laboratorio 84 quintali di oro e 60 d’argento in lingotti a forma di piccoli mattoni, nonché una quantità di polvere grigia, ritenuta la “pietra filosofale” o “polvere di proiezione”.
Per questo si sarebbe circondato di ermetisti come Faust, Agrippa, Paracelso, Kelley, Sendivogius, Giordano Bruno, Arcimboldo, Tycho Brahe, che sistemò nella “viuzza d’oro”, una stradina lillipuziana e onirica alla periferia del sontuoso castello di Praga.
Una lapide, nell’ala vecchia del castello, attesta ancor oggi l’avvenuta trasmutazione alchemica.
Entrambi appartenevano all’Ordine segreto della Rosa + Croce, una società iniziatica e misterica, che aveva in quell’epoca un riferimento in Federico del Palatinato che ad Hidelbergh fondò una università che studiava l’ ermetismo e l’ occultismo (magia, alchimia, astrologia, cabala).







studiolo di Francesco I de' Medici









la "viuzza d'oro" a Praga
















pietra filosofale

La pietra filosofale è una condensazione di energia vitale in una piccola quantità di materia.
Si estrae dal mercurio comune, un fermento (mercurio filosofale) che si fa agire sull’argento per trarne un altro, che a sua volta si fa agire sull’oro.
Si uniscono il fermento tratto dall’argento e quello tratto dall’oro, con quello mercuriale, in un matraccio di vetro verde a forma di uovo (vaso alchemico) e si mette a cuocere in un fornello a riflessione o riverbero (athanor, dall’arabo at-tanur - fuoco).
Durante la cottura si producono alcuni colori su cui sono basate tutte le storie e i misteri alchemici: nigredo: la materia contenuta nell’uovo diviene prima nera, tanto da sembrare putrefatta (testa di corvo); albedo: al colore nero succede il bianco splendente. In questa fase si è già in grado di trasformare i metalli impuri (piombo in argento); rubedo: continuando col fuoco, la materia assume tinte diverse, dal blu al verde (serpe verde), al giallo (citrinitas), fino al rosso rubino (tasso rosso). Dopo queste quattro fasi la pietra è terminata.
Questo stato si raggiunge dopo un anno. Ora 10 grammi di polvere di proiezione, trasmutano 20 grammi di metallo. Ma se il tutto si rimette nell'uovo con altro mercurio filosofale, e si riscalda per tre mesi, la pietra può trasmutare in oro 10 volte il suo peso .
Nicola Flamel, Raimondo Lullo, poveri ambedue, hanno distribuito ricchezze immense. Cagliostro, regalava monete d’oro ai poveri, conducendo una vita di servizio ai bisognosi, fabbricando rimedi, per curare ogni male. S.Germain, esibiva un lusso da far invidia agli stessi re. Tutti passati per …leggendari cialtroni e morti in disgrazia.
Solo se si è perfetti si può fare l’oro, ma quando si è perfetti, l’oro non interessa più.
Di fatti il grande Athanor per compiere “la Grande Opera”, altro non è se non la volontà umana: di lì deve partire il calore, ossia l’energia per separare il sottile dallo spesso, il volatile dal fisso, per trasformare la natura inferiore in spirito.
Le varie fasi corrispondono agli stadi che l’adepto deve attraversare per ottenere l’iniziazione e la finale emancipazione (grifon d’oro) che consente alla “Fenice di …rinascere dalle sue ceneri”.
La Grande Opera agisce simultaneamente sullo spirito e conseguentemente sulla materia.
“un gran de cet esprit de celeste origine pris seul fai plus d‘effect qu’un pot de medicine”. La corporificazione di questo Spirito è lo scopo ultimo delle fatiche alchemiche. Alchimia (Ars Laboriosa Convertens Humiditate Ignea Metalla In Argentum) è parola egiziana traslata al greco (kemì = terra nera). L‘obiettivo che i suoi adepti si prefiggevano di raggiungere era di catturare lo spirito all’interno di un contenitore, essendo lo spirito sottilissimo ed invisibile, non percepibile ai nostri occhi se non ricoprendolo di materia grezza, capace di servirgli da scorza.
Il risultato ha il nome di pietra filosofale o Elisir. L’insieme delle operazioni “Grande Opera”.
Trasformare il piombo in oro vuol dire liberare l’anima da pregiudizi e vizi, tramite il sale filosofico - salnitro (la saggezza) il mercurio (abilità e lavoro) , lo zolfo (energia vitale) e la magnesia o Azot (calore della volontà).
Si arriva così a cambiare in oro spirituale le cose meno preziose e perfino le immondizie della terra e a compiere l’’Opus Divinus”।










laboratorio alchemico
(G.Stradano)












l'alchimista (Thomas Wyck)















purificazione del mercurio filosofale

















Andromeda e Perseo








libri maledetti







Sembrerebbe esistere una cospirazione per la distruzione sistematica del sapere umano, trasmesso attraverso papiri, pergamene, libri, manoscritti, per impedire alle coscienze di svilupparsi e progredire troppo rapidamente. I roghi di libri accompagnano la storia dell’umanità.
La biblioteca di Alessandria d’Egitto, dove erano raccolti 700.000 preziosi rotoli, fu incendiata da Cesare nel 48 a. C.
Durante la rivoluzione d’ottobre in Russia furono messi al rogo più di 150.000 volumi rari.
Lo scopo non è tanto quello di ritardare l’evoluzione, ma di troncare sul nascere tutte le idee differenti, che potrebbero indurre l’umanità in direzioni non desiderate.
L’ index expurgatus librorum cita: “ Invero sarebbe stato meglio che certi libri non fossero mai stati scritti, per il bene dell’uomo, della sua anima e del suo corpo”. Alcuni libri e manoscritti sarebbero tuttavia stati sottratti a tale congiura, sebbene perseguitati e considerati “libri maledetti” e pericolosi, sarebbero stati preservati nei secoli.
“Il libro di Thot”. Thot, personaggio mitologico, che avrebbe preceduto l’Egitto, trasmise la scrittura e il suo libro permetteva di resuscitare i morti, agire a distanza e conoscere il futuro. I segreti di questo libro, sarebbero attualmente impressi nei 22 arcani maggiori dei Tarocchi.
“Le stanze di Dzyan” di H.P. Blavatsky, una donna incolta che all’improvviso nel sec XIX°, dimostrò di possedere una cultura immensa (la dottrina segreta, Iside svelata, ecc.), che avrebbe acquisito proprio attraverso le stanze, testo che conterrebbe e rivelerebbe segreti provenienti da altri pianeti.
La “Steganografia” e la “Poligrafia” dell’abate Tritemio, entrambe contenenti segreti, relativi alla costruzione di apparecchi “in grado di trasmettere ad una distanza di cinquanta leghe” ( Per la cronaca, Tritemio predisse in un suo libro, stabilendo la data esatta 1918, la dichiarazione Balfour, relativa alla creazione di uno stato ebreo in Israele).
Il “Necronomicon” scritto dall’arabo Abdul Alhazred, uno stregone che pretendeva di diffondere i segreti della Magia rituale. Il titolo starebbe a significare: ”libro delle leggi che governano i morti”. La sua semplice lettura porterebbe a conseguenze terribili per il cui motivo è tutt’ora rigidamente posto all’indice da tutte le religioni. (Il Brtish Museum ne custodisce una copia in caratteri gotici).
Il “Manoscritto Voynic”, scritto personalmente da Ruggero Bacone, grande mago e pioniere della sperimentazione scientifica. Bacone conosceva la struttura della cellula e la formazione di un embrione, partendo dallo sperma e da un ovulo; i segreti delle nove e dei quasar; l’esistenza di una sorgente di energia superiore alla bomba all’idrogeno (sembrerebbe che proprio la decifrazione di questo manoscritto, criptato, abbia condotto alla realizzazione, nel XX° sec. di quello strumento di morte, che ben si conosce).
“Excalibur”, un libro pericolosissimo, scritto da Ron Hubbard (fautore di scientology) la cui lettura condurrebbe alla follia e che conterrebbe segreti maestosi, provenienti da una grande civiltà galattica.
“I Sette di Spandau” di Jack Belding, che avrebbe ispirato e alimentato un nazionalsocialismo magico e mistico propugnando l’esistenza di esseri dotati di poteri sovrumani, una “Loggia Luminosa”, “I Superiori Sconosciuti”.
“Uomini, Bestie e Dei” di Ossendovsky, che sostiene che i figli di divine intelligenze si installarono in un immenso sistema di caverne sotto la catena dell’Himalaya dividendosi in due gruppi : Agarthi, luogo di contemplazione e del bene e Schamballah, città della violenza e della potenza. Entrambi dirigerebbero le sorti del mondo in un eterno conflitto. Questi nomi ricomparvero sulla bocca dei responsabili dell’ Ahnenerbe (società di studi atavici incorporata nelle S.S – praticava la vivisezione sui prigionieri), al processo di Norimberga.
“I Protocolli dei Sette Savi di Sjon” utilizzato dal nazismo e dal fascismo come giustificazione antisemita, poiché attribuiva ai giudei un programma di distruzione sistematica del mondo per acquistarne il potere. Il documento del 1908 parla di serpente monetario, di terrorismo, di pornografia, crisi economiche e perfino di guerra mondiale quali strumenti per evitare qualsiasi impedimento al Regno mondiale del Seme Santo di David.










l'abate Tritemio consegna a Faust il testo della steganografia






splendor solis






Orfeo








epifania metafisica







il giardino di Pan


laboratorio di Enrich Kunrat







Hjeronimus Bosch








il giardino delle delizie














martedì 25 dicembre 2007

curiosità giudaiche


Cifra viene dall’ebraico sepher che è la radice di sephirot che in chiave 10 indica gli elementi d’analisi applicabili a qualunque situazione esistenziale. Lo schema indica i 10 attributi di Dio, le divine energie increate, tramite cui è possibile entrare in comunicazione con Dio, sintonizzando i nostri centri di forza. Dio è accessibile a condizione che l’uomo divenga perfetto. Attraverso le Sephirot Dio si fa conoscere. La prima sephira condivide la natura negativa dell’En Sof , il nulla, indifferenziato, Keter, la corona. Dalle profondità del nulla, promanano la Saggezza e l’Intelligenza (Chocmah e Binah) , il grembo, che ricevendo il seme concepisce le sette sephirot inferiori: la Misericordia e la Giustizia (Chesed e Gheburah), che sono le braccia, destra e sinistra di Dio. Due poli essenziali per il funzionamento del mondo. L’equilibrio necessario è simboleggiato dalla sephira centrale, la Bellezza (Tipheret), il tronco. Se il Giudizio non è ammorbidito dall’Amore, può distruggere. Le due successive sephirot sono la Vittoria e l’Onore (Netzah e Hod), che costituiscono le gambe. La nona sephirot è il Fondamento (Yesod), il fallo, la forza generativa dell’universo. Attraverso questo sono incanalate Luce e Forza verso la sephirot inferiore (Malkut), il Regno, nota anche come Shekinah – Presenza, che rappresenta l’immanenza di Dio. Essa è femminile perchè riceve l’emanazione dall’alto e genera la molteplicità delle forme. Una mappa della coscienza, un itinerario mistico, una scala che conduce dall’uomo a Dio.


(Alef) - La parola “chassid” significa puro deriva da “chesed” (uno degli attributi divini), che vuol dire grazia. Il movimento è fondato sulla grazia. Dio arriva attraverso la grazia e non tramite lo sforzo.
Il Chassidismo è una religione di celebrazione e gioia che vanno coltivate perchè in esse dimora lo splendore (Keter). E’il fiorire della cultura ebraica. Le cose più insignificanti diventano sacre, mangiare, bere, danzare, hanno la qualità della preghiera. Tutta la vita è soffusa di grazia divina. Il fondatore, il rabbino Baal Shem Tow, detto il Besht dalle iniziali del suo nome, maestro di kabbala, mago e taumaturgo, depositario della devekut (comunione con Dio),possiede il nome divino e ne conosce la potenza segreta e in forza di essa può operare miracoli.
Quando il Baal Shem doveva assolvere un compito difficile, per il bene delle creature, andava nel bosco, accendeva un fuoco, pregava, meditava e tutto si realizzava secondo il suo proposito.Una generazione dopo il Maggid di Meseritz si trovava di fronte allo stesso compito, riandava nel bosco e diceva: “Non posso più accendere il fuoco, ma posso pregare” e tutto andava secondo il suo desiderio. Una generazione dopo ancora, Moshe Leib di Sassov, doveva assolvere lo stesso compito: andava nel bosco e diceva: “Non posso accendere il fuoco e non conosco più le preghiere segrete, ma conosco il posto nel bosco, dove tutto accadeva, e questo basta”: Infatti era sufficiente alla realizzazione dei desideri. Ma quando nella successiva generazione Israel di Razin doveva affrontare lo stesso compito, se ne stava seduto nella sinagoga e diceva: ” Non posso fare il fuoco, non so dire le preghiere, non conosco più il posto nel bosco, ma di tutto ciò posso raccontare la storia”.
Il suo racconto da solo aveva la stessa efficacia delle azioni degli altri predecessori.



(Mem) - Alcuni talmudisti fanno risalire ai tempi del profeta Isaia l’origine dei Lamed-waw. In ebraico le lettere dell’alfabeto hanno un valore numerico. La lettera Lamed ha valore di 30 e waw di sei. Pertanto i Lamed-waw sarebbero 36.
Il mondo intero riposa su 36 “Giusti”, in nulla distinti dai comuni mortali, spesso non sanno di esserlo anche loro, ma se uno mancasse, la sofferenza degli uomini avvelenerebbe persino l’anima dei neonati e l’umanità soffocherebbe in un grido.
I Lamed-waw sono il cuore del mondo e in essi si versano i nostri dolori come in un ricettacolo. Senza di loro non sarebbe sopportabile l’esistenza. Sono le calamite della sofferenza umana.
Gli ebrei andalusi venerano una pietra a forma di lacrima, che dicono essere l’anima di un Giusto, impietrita dal dolore.


(Schin) - La Torah contiene 613 comandamenti (248 precetti e 365 divieti). Il corpo umano si compone di 613 parti.

Adempiendo ogni singolo precetto, l’uomo purifica la parte corrispondente del suo corpo in una sorta di “restaurazione”, rendendolo di nuovo puro e perfetto come era prima del peccato originale e ripristinando la struttura mistica dell’Adamo originario (Adam Kadmon) nel quale la creatura umana si dissolve fondendosi con quella divina .

Il rabbino Jehuda Low ben Becalel, detto il Maharhal, di Praga, maestro di cabala e magia, avrebbe creato una forma d’uomo il “Golem” che avrebbe tenuto ai suoi ordini a guardia del ghetto praghese.
Egli possedeva la conoscenza del nome divino “devar-Elhoim” ed era perciò in grado di ripetere il processo della creazione senza però poter infondere l’anima, con il risultato di un automa ubbidiente.
Ecco la “ricetta” per la sua fabbricazione: “impastare un pupazzo con terra vergine, dopo essersi purificato, girargli intorno più volte, recitando le lettere del sacro tetragramma – Jod – He – Vau – He, incidere sulla fronte il vocabolo emet (verità), introdurgli in bocca lo shem (il foglietto col nome impronunciabile di Dio) per metterlo in moto.
Per annullare gli effetti: girare in senso contrario, recitando l’alfabeto all’inverso. Togliere dalla bocca lo shem, cancellare la prima lettera del vocabolo Emet, in modo che resti solo Met (morte) e il fantoccio si affloscia.
Il Maharal di Praga fu inoltre un arguto esegeta biblico ed il solo ad aver orientato la sua interpretazione sul “vuoto intermedio”.
“ Le tavole della Legge avevano un’altezza di sei palmi e una larghezza di sei palmi. Due palmi erano nelle mani di Dio, due palmi nelle mani di Mosè. In mezzo due palmi erano vuoti”.
Mentre il Maharal metteva solennemente l’accento su questo dettaglio apparentemente banale di un testo talmudico, Michelangelo, dall’alto della sua impalcatura, sul soffitto della cappella Sistina a Roma, lasciando un minuscolo scarto tra due dita tese l’una verso l’altra, esprimeva pittoricamente lo stesso concetto, rappresentando Adamo che si sveglia alla vita senza essere toccato da Dio: egli tende la sua mano verso Dio che tende anch’egli la sua, ed è la scintilla invisibile che produce la vita. La mirabile scena di due esseri, che non sono contraddittori e inconciliabili, sottolinea la cooperazione tra Dio e l’uomo, che si esprime attraverso questa distanza, questo piccolo spazio, che indica la sfida lanciata da Dio al suo Essere, che Egli limita decidendo di introdurre nella creazione una creatura “libera”. Libertà che non sarebbe stata messa in risalto se le mani di Dio e dell’uomo fossero state contigue, senza quel “vuoto intermedio”.
A Praga nell’angolo della facciata destra del palazzo comunale c’è l’unica raffigurazione scultorea del rabbino Low, al quale una giovinetta gli porge una rosa avvelenata, con la quale il maestro pungendosi ne morrà.
Simbolicamente egli cede alle profferte della inconsapevole fanciulla che gli da l’opportunità di una morte consapevole, come accade a molti yogi e santi uomini che creano essi stessi la situazione per scomparire dalla scena del mondo : Buddha , Ramhakrisnha, Mahavira e lo stasso Gesù.
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1) (Beth) - Vita

Le testimonianze degli evangelisti, sono spesso contraddittorie, perfino su ciò che Gesù ha detto sulla croce.
Luca (23,46) : “Padre nelle tue mani ripongo il mio spirito” . Giovanni (19,30) “Tutto è compiuto”.
Marco (15,34) e Matteo (27,46) : “Dio mio perché mi hai abbandonato”.
In realtà questa è la frase che pronuncia Gesù :”Elì, Elì lamma sabactanì” che testimonia l’adempimento delle scritture Giov. (19,24) poichè era colui indicato nel biblico e profetico salmo 21 di David (17,18.19), che inizia proprio con le stesse parole: Dio mio perché mi haiabbandonato, “ han contato tutte le mie ossa, han trafitto le mie mani e i miei piedi, si son divise le mie vesti, e sopra la mia tunica han gettato la sorte”

"kajem schene 'emar" per adempiere a ciò che è scritto .

2 ) (Ghimel) - Pace

Pilato chiede provocatoriamente a Gesù “Qual è la verità”: “Quid est veritas”, e la muta risposta è: “Est vir qui adest”, che è l’anagramma della domanda, lettera per lettera,” E’ l’uomo che ti sta davanti !”
La risposta infatti è contenuta nella stessa domanda .
Al tempo stesso è come dire a Pilato di osservare specularmente la propria coscienza proiettata in Gesù.
Un Cristo, un Buddha, sono degli specchi, nei quali si riflette l’ immagine originaria, ciò che lo zen definisce “il vero volto”.

3 ) (Daleth) - Sapienza

C’è un’esplicita analogia tra il profeta Elia e Giovanni il Battista!
Elia va nel deserto ed è definito un uomo peloso con “una cintura di cuoio ai fianchi “ (Re IV, 1,8).
Il Battista predica nel deserto e indossa una veste di peli di cammello e “una cintura di cuoio ai fianchi” (Mt.3,4).
Gesù parlando di Giovanni Battista dice:” Egli è colui del quale sta scritto : “Ecco io manderò a voi il profeta Elia avanti che venga il giorno del Signore” (Malachia 4,5); “Egli è quell’Elia che deve venire (Mt.11,14), “Chi ha orecchi per intendere, intenda (Mt.11,15).
Si tratta di una chiara eco di teorie reincarnazionistiche, immune da interpolazioni e manipolazioni, rimasta integra nei vangeli insieme a Giov. 3,5, quando a Nicodemo Gesù dice espressamente: “Chi non rinascerà di nuovo non entrerà nel regno di Dio”.

4) (Kaph) - Ricchezza

Gesù non si è mai autoproclamato “ figlio di Dio” espressione che per un ebreo era una scandalosa bestemmia. Un ebreo poteva definirsi “servitore di Yavè” .
La parola aramaica “ebed”, infatti, vuol dire servitore e si traduce in greco pais, che significa insieme servitore e fanciullo. Il passaggio da pais a nios (figlio) è stato facile, ma il concetto di figlio di Dio appartiene certamente al linguaggio dei cristiani ellenizzati (S:Paolo, Giovanni).
Soltanto in quattro o cinque luoghi dei sinottici (Mt. 8,20 – Lc. 9,44 – Mt. 11,19 – Mt.12.32 - Mc. 2,10 ) è usato il termine “bar nascha” che vuol dire semplicemente un uomo. L’espressione quindi “figlio dell’uomo”, con l’accezione di un significato messianico appartiene sicuramente ai redattori, che hanno voluto associare Gesù al passo di Daniele (7,13-14) : ”ed ecco con le nubi nel cielo, uno come figlio d’uomo”, considerato precognitore dell’avvento messianico.

5 ) (Phet) - Fertilità

Caifa era stato a capo del Sinedrio per 18 anni (Filone d’Alessandria, Giuseppe Flavio), eppure solo Matteo lo cita quale sommo Sacerdote (26,57). Giovanni ne parla come genero di Anna, gran sacerdote del Sinedrio (18,13) e Luca e Marco non lo menzionano affatto.

6 ) (Resh) - Bellezza

Nell’anno 747 di Roma, i pianeti Saturno e Giove erano in congiunzione nella costellazione dei pesci, raggiunti da Marte nella primavera del 748. Questi segni, nell’interpretazione dei quali i saggi d’oriente (Magi) erano maestri, li convinsero ad affrontare un faticoso viaggio, che precede di 6/7 anni la nascita di Gesù, ma coincide perfettamente con il periodo del censimento della popolazione giudaica, che condusse Giuseppe e Maria a Betlemme. Quindi la vera nascita precede di 6/7 anni il tempo comunemente accettato.

7) (Tau) - Dominio

Nei vangeli di Matteo e Luca si dice che Gesù nacque a Bhetlemme, Marco invece nomina Nazareth come luogo di nascita. In realtà il villaggio di Bhetlemme era già indicato nella profezia biblica : “E tu Bhetlem, piccola fra le mille di Giuda, da te uscirà colui che sarà dominatore in Israele “ (Michea V,1-5).

(Shekina) - Tabernacolo

Nazareth è una traslitterazione di Nazirita, (Mc.1,12 – cfr. Nazareno) una setta precristiana di origine essenica, a cui lo stesso Gesù apparteneva. Gesù era un Nazir, (aramaico = “consacrato”) come il Sansone biblico. Erano celibi (coelo- ibis-andrai al cielo) e assolutamente casti per evoluzione, non per voto. Portavano barba incolta e capelli lunghi in segno di riconoscimento (Epifanio).
Le contraddizioni dei sinottici sono comprensibili, nessuno degli evangelisti era presente. Essi riferiscono voci, essendo i vangeli, scritti postumi di almeno ottanta/novanta anni. Tuttavia il messaggio potente, emerge nonostante le interpolazioni, le traduzioni errate, le manipolazioni strumentali, le contraddittorie interpretazioni, come montagne, fuori del tempo e dello spazio. Gesù è stato lo spartiacque della storia del mondo che dalla sua nascita è stato diviso in due epoche (a.C. – d.C.), poiché dopo di Lui il mondo non è e non sarà mai più lo stesso.

lunedì 24 dicembre 2007

curiosità esoteriche

Alcune società segrete, hanno alimentato il nazismo. Hitler, Hess, Himmler, Goebbels, Haushoffer, facevano parte del gruppo Thule (centro magico di una civiltà scomparsa), che aveva radici nella Golden Dawn, nella Rosa-Croce e nella società del Vril (energia divina non utilizzata) la “loggia Luminosa”, rifacentesi alle farneticanti teorie di uno scienziato, Hans Horbiger, una sorta d’evoluzione del cosmo attraverso la lotta tra il ghiaccio e il fuoco, concepita tramite una “rivelazione” celeste (Wel) : la razza ariana, discesa dalle montagne abitate da superuomini (superiori sconosciuti) di un’altra epoca, sarebbe stata destinata a comandare tutto il pianeta.
Questo concetto alimentò fortemente le tendenze mistiche del gruppo nazista e si associava al pensiero di un socialismo magico.
Hitler si riteneva chiamato ad una missione tesa a dimostrare che la politica non è che l’applicazione pratica di una visione religiosa per ricostituire lo spirito dei tempi antichi secondo cui il movimento delle anime e delle stelle corrispondono. La lotta tra il ghiaccio e il fuoco, attraverso cui sono nati i pianeti, si svolge anche nell’uomo.
La “scienza nordica” e nazionalsocialista si opponeva alla scienza giudeo liberale e alla religione giudeo-cristiana, che occorreva spezzare perché era una congiura contro il magico e il senso dell’epopea. Una cospirazione che chiudeva le porte dell’avvenire all’umanità. L’idea giudeo-cristiana che gli uomini dallo stato bestiale si erano lentamente innalzati fino alla civiltà aveva soppiantato il mito potente e rivelatore dell’origine divina degli esseri umani, la discendenza dei re giganti che in un’età aurea possedevano tutte le scienze e il governo dell’anima.
Karl Haushoffer (professore all’università di Monaco di Baviera e poi generale del Reich), avrebbe soggiornato per molto tempo in oriente, dove sarebbe stato iniziato da un’importante società segreta buddhista e avrebbe trasmesso a Hitler alcuni poteri, tramite Rudolph Hess.
Di fatto Hitler predisse con esattezza la data dell’entrata delle truppe a Parigi, la data dell’arrivo a Bordeaux dei violatori del blocco, la data della morte di Roosvelt, l’occupazione della Renania e a dispetto dei pareri dei suoi generali, senza ascoltare il consiglio dei suoi specialisti, pur compiendo mosse insensate, agiva e vinceva. Sembrava posseduto e in una sorta di trance medianica, sudava, tremava e quando impartiva gli ordini, la sua voce cambiava tono.
Hitler fu in effetti “ usato” da un gruppo esoterico che pensava, per suo tramite di agevolare l’evoluzione dell’umanità, fino a quando perse ogni potere, per aver creduto d’essere lui stesso l’artefice di tutto ed impazzì compiendo atti ignobili.
Hessenhoff fu il contatto, fu lui a scegliere la svastica (simbolo del sole) come distintivo, dopo ripetuti viaggi in India e Tibet, simulacro al quale Hitler rovesciò la direzione destrorsa.
Il gruppo, che esiste tuttora è il gruppo di “Ashoka” un gruppo buddhista di nove persone.
Quando uno di loro muore, è sostituito da un altro che è preparato dagli altri otto. Chi entra a farne parte, scompare dal mondo. Il gruppo stesso non viene mai a contatto con le masse e resta celato.
L’esperimento fallì e bisognava ormai eliminarne la causa. Il conte von Stauffenberg fu l’organizzatore dell’attentato a Hitler del 2° luglio 1944. Questi faceva parte di una potente società segreta tedesca, composta soprattutto di alchimisti, cabalisti e Rosacrociani, che contava nelle sue fila, grandi scrittori, premi nobel, (Yeats, premio nobel per la letteratura), storici (Waite), fisici (Romher), matematici, medici ed esperti militari : la S.D.A. (Sapiens Donabitur Astris), da cui derivò l’ “Order of the Golden Dawn in the Outher” – l’ordine dell’Alba d’Oro, del quale Hitler era un appartenente alla seconda classe del° primo livello.
Colui che credette di far parte di un disegno mistico e magico, concludeva così la sua folle esistenza in un desolato sotterraneo, ricevendo le ultime notizie di una Germania in rovina, dal guardiano dello zoo di Berlino, che arrampicato ad un albero telefonava al bunker, comunicando la grottesca fine del sogno delirante della selezione biologica dell’uomo-dio. Così si infranse la megalomania di un sifilitico, il sadismo di un pugno di nevrotici, l’ubbidienza servile di una folla di vigliacchi.
Aushwitz, Dachau, Birchenaw, non si possono concepire, invocando solo la follia. Tutto si svolse in un universo parallelo, nel quale gli iniziati di Thule erano convinti che non ci sarebbe stata pace sulla terra, fino a quando fosse rimasto vivo un solo ebreo, manifestazione di una umanità decaduta.

Federico II e i Templari


L’imperatore Federico II di Svevia, fece costruire presso Andria, in Puglia, il Castello del Monte, un capolavoro di architettura esoterica, autentico e misterioso monumento al numero otto.
La pianta del Castello è infatti ottagonale e otto sono le torri esterne, anch’esse ottagonali. Su ciascuno dei piani ci sono otto sale e all’ingresso delle stesse così come sul portale, sono raffigurati fiori in gruppo di otto.
L’ossessione dell’otto si ripresentò quando fu aperta la tomba dell’imperatore che aveva ancora al dito un anello di smeraldo con otto petali d’oro.
Federico II visse 56 anni (multiplo di otto) e la somma dell’anno della sua morte 1250 dà sempre otto. Riprodurre forme, misure e ritmi, significava riprodurre in terra l’armonia celeste. L’ottagono infatti simbolicamente risultava essere per i Templari, di cui era un accolito, il mediatore fra la terra e il cielo.
Il castello si trova altresì in un punto mediano sulla retta ideale che congiunge Gerusalemme, città santa per antonomasia e Roma simbolo del potere politico e non aveva alcuna utilità strategica, mancando di fossati difensivi, spalti e ponti levatoi. Per contro è da escludersi l’ipotesi di un castello di caccia per la raffinatezza che lo contraddistingue.
Secondo alcuni avrebbe dovuto custodire il sacro Graal che l’imperatore aveva ricevuto dai Templari. Secondo altri era un vero e proprio laboratorio alchemico.
I templari proteggevano i pellegrini che si recavano a Gerusalemme e al Tempio di Salomone ed erano invisi per le grandi ricchezze accumulate.
Possedevano il Sacro Graal, il calice che sarebbe servito a Cristo nell’ultima cena e col quale Giuseppe d’Arimatea avrebbe raccolto il suo sangue sulla croce e che secondo la leggenda, sarebbe stato intagliato da uno smeraldo staccatosi dalla corona di Lucifero (portatore di luce).
Questo vaso mistico della eterna resurrezione, che procurava la rinascita iniziatica, la nascita dell’uomo nuovo è al contempo rivelazione spirituale, dogma e rituale e divenne il calice della “eterna alleanza”, omologo del “Sacro Cuore di Gesù Cristo”.
E’ verosimile si trattasse di un simbolo che rappresentava una esperienza mistica, ovvero maestosi segreti iniziatici dei quali i Templari erano i custodi.
L’emblematica simbologia, celava piuttosto una autonomia religiosa, della potente confraternita, che la Chiesa da un lato e l’Imperatore dall’altro ostacolavano, poiché contrastava sia il potere temporale che quello spirituale.
La ricerca del Graal infatti, è simbolo dell’avventura spirituale individuale e della pienezza interiore che passa attraverso il dominio dei sensi. (Artù, Merlino, Lancillotto, Parsifal, non erano che miti, emblemi di condizioni ed esperienze interiori).
I Cavalieri del Tempio di Gerusalemme, immagine e condensato dell’Universo, facevano voto di povertà e possedevano tre virtù : coraggio, fedeltà, castità.
Così il Gran Maestro ammoniva l’iniziato : “ Evocherai gli spiriti, dirigerai le correnti eteriche e tutte le correnti fluidiche, lancerai le loro vibrazioni e ne approfitterai, ma solo a fin di bene, di miglioramento morale per tutta l’umanità. Sii sobrio, negli affetti e nelle cure del corpo e non dare le cose sante in pasto ai cani. Conosci te stesso, ma nessuno conosca te”.
Per deviare i profani tra l’altro, i Templari assunsero ad emblema una figura mostruosa, uno spaventoso androgino, il Baphomet, che è stato lo spauracchio del volgo e la causa della loro persecuzione e distruzione in seguito alle accuse di idolatria.
Letto cabalisticamente, invece, il suo nome si legge: Tem-oph-ab (Templi omnium hominem pacis habbas- il padre del tempio della pace universale fra gli uomini).
L’unica raffigurazione scultorea che identifica il simulacro si trova ancora oggi, nel portico della chiesa di Saint Merry a Parigi e nella volta della 7^ sala al 1à piano di Castel del Monte.
Il Gran Maestro Jacques de Molay, attorniato dalle fiamme del rogo, lanciò contro Filippo il Bello e contro Papa Clemente V° un’anatema : ” Clemente ti do tempo di comparire al tribunale di Dio fra 40 giorni, e tu Filippo altrettanto ingiusto, lo seguirai entro l’anno”.
Clemente morì entro 40 giorni, sette mesi dopo anche Filippo lo seguì..




Una curiosità : il numero aureo o costante di Fidia = 1,618 moltiplicato per 8 da 12,944
La data dinascita di Federico II è il 26.12.1194
La data di morte 13.12.1250
sottraendo quest’ultima si ottiene 12,999.944
Se si elimina la triade della conoscenza 999 si ha esattamente 12,944